Brilla sempre più in alto la stella di LeBron James nel firmamento del grande basket americano. Il 34enne fuoriclasse dei Los Angeles Lakers ha infatti sorpassato nientemeno che Michael Jordan nella classifica dei più grandi marcatori di sempre in Nba, posizionandosi al quarto posto. Nella sfida della scorsa notte, persa dai suoi per 115-99 contro i Denver Nuggets, il fenomeno dei Lakers ha segnato 31 punti e raggiunto la quota di 32.311 in carriera, superando i 32.292 di Jordan. Il prossimo obbiettivo alla portata del 34enne giocatore gialloviola è Kobe Bryant che di punti in carriera ne ha segnati 33.643, più avanti ancora Karl Malone (36.928) e poi lontanissimo e irraggiungibile Kareem Abdul-Jabbar (38.387). Mancavano 5 minuti e 38 secondi all’intervallo quando Lebron al tiro libero dalla lunetta ha messo a segno il punto con il quale ha superato MJ, in onore del quale Lebron porta il numero 23. Il pubblico dello Staples Center di Los Angeles si è alzato in piedi e ha applaudito a lungo il suo campione, la partita però non è stata sospesa come fu per Kobe Bryant nel 2014 quando raggiunse il terzo posto nella lista dei marcatori all-time. Questa volta si è andati avanti, e solo dopo c'è stato spazio per le celebrazioni, compresa la proiezione di un video con i momenti migliori della carriera di Lebron. Lui ha postato un tweet pieno di emozione per aver superato il suo idolo: «non ci posso credere, non sembra vero, è una cosa incredibile». C'è orgoglio ma anche umiltà in questo atleta nato in un quartiere povero ad Akron, nell’Ohio, e cresciuto nel mito di Jordan, «volevo diventare come lui, fare quello che ha fatto lui» ha detto, in realtà ha fatto meglio, almeno quanto al numero dei punti. E per ricordare il suo mito per questa partita speciale ha indossato un paio di scarpe che ricordavano nello stile quelle del grande Jordan degli anni migliori, «Jordan resta il giocatore a cui ho sempre guardato per tutta la mia carriera, il talento che mi ha ispirato». Quest’anno LeBron ha vissuto una stagione anomala, con tanti infortuni e numerose assenze: chiamato dai Lakers a risollevare le sorti della squadra e condurla ai playoff, si è ritrovato a raggiungere il suo personale record proprio nella serata in cui si è consumato, pressochè definitivamente l’addio della formazione californiana ai playoff 2019, ormai irraggiungibili. E al campione dei record, manco a dirlo, toccherà seguire le Finals dal divano.