Non è stata la notte del figliol prodigo, nè della vittoria dell’orgoglio sull'avversaria di sempre: Mauro Icardi non trova la porta, i nerazzurri non conquistano i tre punti. A Radja Nainggolan risponde Cristiano Ronaldo che invece la porta la vede benissimo.
Il derby d’Italia - giocato tra qualche sinistro scricchiolio di San Siro - si chiude con un pari al termine di una bella partita, vibrante e combattuta, densa di emozioni, comunque corretta ma con un pizzico di fascino in meno rispetto al passato. La Juventus gioca senza paura con l’ottavo scudetto di fila già cucito sulla maglia, forse con l’amarezza e la malinconia di chi ancora una volta ha perso il treno della Champions. Sfottò e cori sottolineano l’ennesima debacle dei campioni in Europa ma la Juve è sempre la Juve con la classe cristallina dei suoi campioni.
Cristiano Ronaldo mette a segno il seicentesimo gol con le squadre di club. L’Inter conquista un punto utile a consolidare il terzo posto e la quasi certezza di conquistare il ticket per la Champions. Spalletti preferisce Icardi a Lautaro Martinez, ma la mossa - sicuramente sofferta ma obbligata - non sortisce gli effetti sperati e ripropone i dubbi che accompagnano il destino dei due 'nemici-amici'. Entrambi - Icardi e Spalletti - sono certi di restare a Milano ma non bisogna dare nulla per scontato. La proprietà cinese - sempre discreta e in disparte - dirà l’ultima parola sul tecnico di Certaldo, mentre sul futuro di Mauro la dirà invece la solita Wanda.
Spalletti aveva promesso che l’Inter avrebbe fatto la partita, scommettendo proprio su Icardi. Così è stato ma solo nel primo tempo. I nerazzurri pressano alto e tengono palla. Nainggolan, ispiratissimo contro una squadra che non ha mai amato, trova il gol spettacolare dopo appena 7': destro al volo dalla distanza che inganna un non impeccabile Szczseny. San Siro è una bolgia, mentre è doccia fredda per i bianconeri.
Allegri alla vigilia aveva catechizzato: «Non andremo a San Siro per fare figuracce», in realtà nel primo tempo il dominio nerazzurro è evidente. Politano corre per tutta la fascia destra, prezioso in copertura e preciso in fase offensiva. Il ritorno di Brozovic è fondamentale, la sua partita notevole. Icardi ha più volte la chance per il raddoppio ma prima è Szczseny a negargli la rete con una deviazione in tuffo, poi Matuidi gli si oppone con il corpo mentre l’ex capitano prova la conclusione da due passi.
Allegri corre ai ripari, ridisegna la Juve con il 4-4-2. Il primo squillo bianconero arriva infatti solo al 18' con un gran tiro dalla distanza di Bernardeschi. Cristiano Ronaldo cerca la conclusione solo dopo la mezz'ora e viene bersagliato dai fischi di San Siro. Ma ai fuoriclasse non devi lasciare neppure uno spiraglio. Infatti Cr7 al 17' della ripresa trova un gran gol di sinistro dalla distanza e batte Handanovic. Da quel momento i nerazzurri subiscono il contraccolpo e lentamente cedono campo ai bianconeri.
Spalletti sostituisce Nainggolan con Borja Valero, poi mette Joao Mario e concede qualche minuto a Lautaro Martinez che prende il posto di Icardi. La partita resta aperta, al 34' Emre Can sfiora il raddoppio, poi Joao Mario appena entrato al posto di Politano spreca un bel cross di Lautaro. Allo scadere Pereira, entrato nei minuti finali, rischia di segnare con una deviazione fortuita. Il risultato però non cambia, l’1-1 è tutto sommato positivo per l’Inter e la Juve dimostra di non essere mai spettatrice.
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