«Orgoglio e felicità. Torino saprà dimostrare di poter organizzare un evento meraviglioso. Lavoreremo al meglio per presentarci in forma all’appuntamento». Parola del sindaco Chiara Appendino che presenta le ATP Finals, con le quali Torino sarà dal 2021 al 2025 capitale del tennis. E la Mole, simbolo della città, si accende con il logo del più importante evento sportivo di tennis al mondo. Per festeggiare la vittoria, ottenuta su 39 città tra cui Londra, Singapore e Tokyo, a Palazzo Madama ci sono i rappresentati del governo e delle istituzioni locali, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario Simone Valente. È assente il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, al quale la sindaca riconosce l’importante lavoro, silenzioso, svolto. Al suo posto c’è il vicepresidente Aldo Reschigna che rivendica «l’eredità del modo intelligente con cui sono stati gestiti gli investimenti per le Olimpiadi di Torino 2006». Ci sono il presidente della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò e il presidente dell’ATP, Chris Kermode. Sullo schermo appaiono i grandi nomi del tennis, da Novak Djokovic a Rafael Nada, e le promesse dell’Italia, a partire da Fabio Fognini, in dodicesima posizione dopo la vittoria a Montecarlo. Nei cinque anni l’ATP punta a superare i 900.000 biglietti venduti delle Olimpiadi invernali del 2006, oltre quota un milione. «Sono oltre 96 milioni – spiega Binaghi – le persone che ogni anno seguono le partite, con 180 nazioni in cui sono trasmesse tremila ore di tv e di trasmissioni dedicate, attraverso le quali Torino viaggerà con le sue immagini. Un valore che arriverà a sfiorare i 500 milioni di euro, oltre agli effetti su reputazione, visibilità e conoscenza. Per la prima volta il Governo ha scommesso sul tennis». «È stato un percorso molto complicato, difficile, che ha richiesto larga condivisione non solo all’interno del governo. Quando lo Stato ci mette una consistente dote finanziarla è giusto che l’intervento sia condiviso. La grande sfida ora è valorizzare questo evento come sappiamo fare noi italiani», afferma Giorgetti che scherza sulle «doti di stalkeraggio del sindaco Appendino. La sua testardaggine, unita a quella sarda di Binaghi, ha permesso di superare tanti ostacoli». «Spazziamo via il pregiudizio secondo cui una parte del Governo non vuole i grandi eventi. Quando ce ne sono in grado di portare benefici al territorio lì portiamo avanti», chiarisce Valente, esponente del Movimento 5 Stelle. Malagò ricorda di essere stato lui a lanciare per primo l’idea e sottolinea che «quando si fa squadra il nostro Paese è imbattibile. Ha avuto un ruolo importante un’infrastruttura come il Pala Alpitour, conforme agli standard di un evento di livello quale le ATP Finals». «Siamo stati travolti dalla passione delle persone coinvolte nel tennis in Italia», riconosce Kermode. Il sindaco ricorda i momenti di sconforto: «Ho pianto almeno dieci volte pensando di aver perso la gara. Torino adesso dovrà essere un modello anche di sostenibilità ambientale. Altri pilastri saranno l’innovazione e la città protagonista. Torino sarà l’ATP e l’ATP sarà Torino».