Lunedì 23 Dicembre 2024

Giro d'Italia alle porte, parla Nibali: "Temo solo Dumoulin, Roglic, Landa e Simon Yates"

Il tris rosa nel mirino, dopo i formidabili trionfi del 2013 e del 2016, la voglia di dimostrare che a 34 anni suonati si può ancora avere fame di successi. E' dura la vita di uno '"Squalo" di nome Vincenzo Nibali che approccia il 102/o Giro d’Italia di ciclismo a corto di soddisfazioni recenti, costretto a rimettersi in gioco al cospetto di rivali giovani, forti e ambiziosi o con un pedigree di altissimo lignaggio. Il Nibali edizione 2019 è un corridore maturo, che in carriera ne ha viste tante, troppe, ma che conserva una dose massiccia di entusiasmo e conosce i propri limiti.  Ci mette poco a indispettirsi quando - in conferenza stampa - gli fanno notare che, fra i tanti Giri d’Italia ai quali ha partecipato (sette per l’esattezza, fra il 2007 e il 2017, ndr), quest’anno si presenta a mani vuote, inseguendo un successo che non arriva dal 17 marzo 2018, giorno in cui sorprese tutti - anche se fino a un certo punto - volando sul Poggio e conquistando la Milano-Sanremo. Da allora solo cadute, delusioni, amarezze. Alle discese nemmeno troppo ardite non hanno fatto da coltraltare le risalite. «Sono tranquillo - confessa Nibali - ma la vittoria mi manca. Quest’anno sono partito un pò più tardi con la preparazione, abbiamo lavorato attentamente, cercando di scegliere la squadra migliore per il Giro. Ci sarà anche mio fratello Antonio, ma non perché si chiama Nibali: si è meritato e deve meritarsi la fiducia del team Bahrain-Merida. Non avere vinto nulla finora non significa nulla, non è detto che ci si presenti a una corsa a tappe avendo già vinto tanto nel corso della stagione. Abbiamo lavorato molto in altura e, come si sa, il lavoro in quota dà risultati a lungo andare. E poi, anche Dumoulin arriva a questo Giro senza vittorie». Nibali non è tipo da trascurare i dettagli, nulla è stato lasciato al caso nella marcia di avvicinamento alla corsa rosa che si aprirà con la crono spaccagambe di Bologna. «Ci sarà subito uno sforzo molto violento e impegnativo, sulla salita che porta al santuario di San Luca. Bisognerà vedere quale sarà la reazione. E’ la prima tappa, non può essere determinante per la classifica finale: però, bisognerà affrontare questa prova con grande attenzione», le parole del siciliano. Nibali è sicuro che, «in questo momento», è «impossibile stabilire quali saranno le tappe decisive», perché sa benissimo che, nell’economia di un grande giro «le insidie sono dietro l'angolo». «Chi temo di più? Dumoulin, Roglic, Landa e Simon Yates, sono gli avversari di alto livello».  Si torna all’ultima stagione e ai tormenti del 'Gattopardò che, non solo non ha vinto il Tour de France, ma lo ha perso "non per colpa mia», dopo un capitombolo provocato da uno sciagurato tifoso. Un contrattempo che ha messo in discussione prima la sua partecipazione e poi la sua prestazione al Mondiale su strada. Adesso, però, non è più tempo di delusioni, spazio alle speranze e alle ambizioni di uno 'Squalò venuto dallo Stretto.

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