L’urlo cacciato da Allegri nel pieno dell’allenamento odierno, riecheggiato fuori dalle mura della Continassa, è stata la conferma che il tecnico bianconero è ancora concentrato sul finale di stagione. I dubbi sul suo futuro, nonostante le dichiarazioni dei giorni scorsi dell’allenatore e del presidente Agnelli, non si sono diradati neanche oggi, giorno in cui tutta l’Italia calcistica attendeva il faccia a faccia risolutivo. L’attesa della stampa davanti alla sede bianconera è stata infruttuosa: Agnelli ha lasciato gli uffici poco dopo la fine dell’allenamento della squadra, Allegri alle 19.34. Niente vertice, quindi, alla Continassa Probabile, a questo punto, un rinvio dell’incontro nella serata, o, più facilmente, ai prossimi giorni, magari optando per una cena in gran segreto come successo dopo il ko di Madrid con l’Atletico in Champions, tre mesi fa. Alla Continassa, a quattro giorni dalla partita con l'Atalanta e dalle celebrazioni con la consegna della coppa per l'ottavo scudetto consecutivo, Allegri ha condotto come consuetudine l’allenamento mentre Agnelli, entrato in sede alle 8.15 del mattino, è andato via alle 18.20 senza incontrare il tecnico. Preceduto qualche minuto prima dal vicepresidente Pavel Nedved, uscito frettolosamente dal parcheggio interno alla sede prima di scomparire all’orizzonte. Proprio il ceco, insieme al direttore sportivo Paratici, sarebbe il più favorevole a un cambio della guida tecnica, posizione non condivisa da Agnelli, che durante una cena benefica a Stresa, ieri sera, si sarebbe lasciato sfuggire, dopo aver confermato la volontà di confermare Allegri, che in questo momento la decisione dipende sopratutto dall’allenatore. Saranno infatti le richieste del tecnico dei cinque scudetti consecutivi a determinare la futura guida della Juventus: in primis un adeguamento dell’ingaggio, equiparandolo agli stipendi dei migliori allenatori d’Europa, con relativo rinnovo per tre anni del contratto in scadenza, a 7,5 milioni l’anno, il prossimo giugno. Quindi rassicurazioni sui rinforzi necessari per migliorare la squadra, puntellandola con grandi profili internazionali nei tre reparti, porta esclusa: un difensore che rinforzi ringiovanendo la retroguardia, un centrocampista di qualità e un attaccante. Oltre a un ruolo centrale del tecnico nel definire gli obiettivi sul mercato, dopo aver allenato, per anni, «i giocatori che gli faceva trovare la società il giorno del raduno». Proprio il prezzo del restyling sarà il nodo cruciale della discussione: dopo il sontuoso mercato dello scorso anno, che ha portato Ronaldo, Cancelo, Emre Can e Bonucci in bianconero, il bilancio sarà il primo riferimento per Paratici. Comprare dopo aver venduto, insomma. Anche se al momento pare più probabile la conferma, la Juventus si è mossa per trovare eventuali sostituti del tecnico: da Pochettino, in pole position vista la sua esperienza internazionale e le sue dichiarazioni sulla sua possibile partenza dal Tottenham dopo la finale di Champions, al sogno Guardiola, le cui certezze sulla permanenza al Manchester City si sono fatte meno solide dopo le rivelazioni del New York Times sulle possibili sanzioni per gli inglesi causa Fair Play finanziario. La suspense continua. Tutti ancora alla finestra ad aspettare l'esito dell’incontro Agnelli-Allegri e il colore della fumata.