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Fifa, Infantino rieletto presidente: "Mai più corruzione"

Il presidente della Fifa Gianni Infantino

Un’acclamazione per la conferma, e tanti applausi. Gianni Infantino, rieletto in mancanza di concorrenti presidente della Fifa fino al 2023, ha fatto il pieno di complimenti tra i 221 membri del Congresso riuniti all’Expo di Parigi e ha diffuso l’immagine di un’organizzazione che dopo il suo avvento nel 2016 è stata ripulita dagli scandali che avevano travolto la gestione di Sepp Blatter, diventando sinonimo di «trasparenza, fiducia e integrità».

A suscitare il maggior entusiasmo nell’ampia platea è stato l’accenno ai successi economici della sua gestione, che hanno portato ad una crescita del budget «da cinque a 6,4 miliardi di dollari e delle riserve da uno a 2,75 miliardi», denari che si riverseranno nelle 211 associazioni affiliate, passando da 1,1 miliardi nel periodo 2015-18 a 1,75 nel periodo 2019/22. Questa pioggia di soldi, ha assicurato però Infantino, non sarà più dilapidata in qualche affare losco», né sarà più possibile «fare pagamenti in nero o qualcosa di immorale».

«Alla Fifa non c'è più spazio per la corruzione, mai più», ha ribadito, ricordando che quella che era «un’organizzazione quasi criminale si è trasformata in un’entità che favorisce solo lo sviluppo del calcio». Tra i suoi meriti, Infantino ha ricordato anche lo sviluppo del calcio femminile - e dopodomani proprio in Francia comincia un Mondiale mai tanto atteso e 'sostenuto' - e la lotta contro il razzismo. Tuttavia, a suo parere il suo più grande successo è stato l’avvento della Var, un sistema «diventato in un anno parte integrante del calcio. Non cambia il gioco, ma lo aiuta e porta giustizia. Non è perfetto ma è molto vicino alla perfezione».

Nel prossimo quadriennio - incassato anche l’allargamento del Mondiale da 32 a 48 squadre dal 2026 ma mancato l’obiettivo di farcela per il 2022 in Qatar -, il 49enne avvocato italo-elvetico cercherà di portare avanti i piani e i progetti messi solo in cantiere nel primo mandato. Tra questi, la Coppa del Mondo per club di 24 squadre, che dovrebbe cominciare tra due anni ma è minacciata da un boicottaggio da parte dei top club d’Europa, che guardano con più interesse ad una Superchampions sponsorizzata da Uefa ed Eca. I soldi in ballo sono tantissimi, gli appetiti altrettanto e su questo fronte il braccio di ferro sembra assicurato.

«Non tutto nella mia gestione è andato liscio - ha ammesso Infantino -. Ho fatto degli errori, ma oggi a differenza dell’ultima elezione nessuno parla di crisi, né di scandali, né di corruzione». Nel suo discorso, Infantino ha anche reso omaggio all’ex n.1 dell’Uefa Lennart Johansson, lo svedese acerrimo rivale di Blatter scomparso oggi a 89 anni. Fu lui, durante i 17 anni del suo regno dal 1990 al 2007, a volere la Champions League, un torneo più aperto e ricco rispetto alla gloriosa Coppa dei Campioni.

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