Ancora poche ore e la storia d’amore tra Francesco Totti e la Roma si chiuderà. L’ex numero 10 giallorosso ha confermato e ufficializzato luogo e data in cui dirà addio alla società di James Pallotta, e del consigliere personale del presidente, Franco Baldini, 'nemico numero uno' nella testa del 'Capitano'. L’appuntamento è domani alle 14, al Coni dove Totti terrà l’attesa conferenza stampa che andrà in onda in diretta su Rai2 ("posti limitati» scrive via social l’ex n.10). D’altronde, il Salone d’onore di Palazzo H al Foro Italico non è lo stadio Olimpico, dove per un attimo Totti aveva immaginato di annunciare le sue dimissioni da dirigente romanista. Questioni organizzative e di sicurezza hanno alla fine fatto propendere per la casa dello sport italiano. Ad aprirne le porte è stato il presidente del Coni, e amico personale di Totti, Giovanni Malagò. A sbarrargli invece la strada a Trigoria, in quel percorso di crescita professionale che aveva in mente, secondo Totti è stato Baldini, già individuato in passato come il responsabile del suo mai veramente digerito addio da calciatore. L’ex dg romanista, che da anni ormai svolge a Londra lavori di consulenza (non esclusivamente per Pallotta), potrebbe essere uno dei bersagli che Totti andrà a colpire. E questo perché viene considerato il vero ispiratore di tutte le rilevanti decisioni degli ultimi anni della Roma in campo sportivo. Nemmeno l’offerta di Pallotta di assumere l’incarico di direttore tecnico ha convinto Totti del fatto che alla fine alle orecchie del presidente la sua parola, i suoi consigli, avrebbero fatto meno presa di più di quelli del dirigente toscano. Meglio un taglio netto quindi, lasciando sul piatto gli ultimi quattro anni da dirigente (2,4 milioni di euro di stipendio) e pensando a cominciare a costruirsi un percorso lontano dalla Roma. Almeno fino a quando sarà guidata dal duo Pallotta-Baldini. La speranza di rivedere in futuro il 'Capitano' in giallorosso, in un club affidato ad un’altra proprietà, accomuna d’altronde praticamente la totalità dei tifosi, sempre più arrabbiati e insoddisfatti dalla gestione americana. Per la larga fetta di sostenitori delusi il sogno adesso è uno soltanto: Totti presidente, De Rossi allenatore. Un «happy ending» che non sembra però proprio dietro l'angolo.