Subito al lavoro per mettere a punto la macchina olimpica. Passata la festa per l’assegnazione dei Giochi invernali del 2026, le istituzioni coinvolte sono all’opera per definire la governance dell’evento a cinque cerchi. «Entro la fine di luglio, al massimo entro metà settembre, daremo il via alle attività necessarie», annuncia il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che punta anche a stabilire «un cronoprogramma molto preciso», al quale attenersi "con la massima determinazione». Con all’orizzonte già una prima questione da affrontare: il coinvolgimento di Torino e del Piemonte che, dopo il rifiuto di un anno fa a fare da stampella a Milano, cercano ora di tornare in gioco. «Faremo ai vincitori una proposta talmente allettante che, non subito ma fra qualche mese o qualche anno, verranno a cercarci», assicura il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che questa mattina ha messo a punto con la sindaca Appendino un dossier da inviare a Roma. «Sono convinto che quando gli organizzatori si troveranno a dovere fare i conti con i numeri, i soldi, l’impatto ambientale e i tempi delle autorizzazioni, per loro il nostro dossier diventerà prezioso», sostiene Cirio, con la Appendino che precisa: «Come Città non intendiamo entrare nel comitato organizzatore ma siamo a disposizione per quanto riguarda le infrastrutture». Una ipotesi, quella di ospitare alcune gare negli impianti che sono stati delle Olimpiadi del 2006, «improbabile e da escludere» per il governatore Fontana, che apre invece a "eventi, feste comuni e iniziative per estendere l’interesse dei Giochi al Piemonte». L’idea della sindaca Appendino e di far parlare tra loro le Olimpiadi invernali e le Atp Finals di tennis, che Torino ospiterà dal 2021 al 2025. Un dialogo subito sposato dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala. «Atp Finals e Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sono due manifestazione che l'Italia deve essere molto orgogliosa di poter organizzare. Per il nostro Paese sono un’occasione irrepetibile per dimostrare il valore e la bellezza che tutto il mondo ci invidia», afferma su Facebook il primo cittadino, ricordando che «già ai tempi di Expo 2015 Milano e Torino hanno lavorato fianco a fianco in termini di promozione e sviluppo, creando di fatto un collegamento unico tra le due città». Gli spiragli per una collaborazione, insomma, iniziano a intravedersi, tanto più che il Piemonte, per bocca del suo presidente, si dice «disponibile ad assumersi anche oneri organizzativi ed economici, individuando sponsor privati che possano fare la propria parte. Questa è una partita assurda che la mia Giunta ha ereditato - osserva a proposito del no alla candidatura della Torino a 5 Stelle - ma abbiamo il dovere di crederci, batterci e anche metterci la faccia». Proprio quello che stasera ha fatto una cinquantina di torinesi partecipando al flash mob organizzato da Mino Giachino e dalle madamin, nei mesi scorsi promotori delle manifestazioni sì Tav.