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Djokovic vince ancora a Wimbledon, Federer battuto dopo cinque ore di battaglia

Al termine della finale dei Championships più lunga di sempre, incerta quanto spettacolare, Novak Djokovic batte al tie-break del quinto set - il primo nella storia di Wimbledon - Roger Federer, bissando il trionfo di 12 mesi fa.  Salgono così a cinque i successi del serbo, n.1 del ranking mondiale, sull'erba dell’All England Club.

L’ultimo dei quali maturato al termine di una battaglia epica, contro il campione svizzero che, per la terza volta, viene sconfitto dallo stesso Djokovic in una finale disputata sui prati di Church Road: 7-6(5), 1-6, 7-6(4), 4-6, 13-12(7). Un epilogo che ha sfiorato le 5 ore (4h57'), di 9' più lungo di un’altra finale, terminata sempre con Federer sconfitto: quella del 2008 contro Rafael Nadal.

Grazie al successo - maturato attraverso 3 tie-break vinti, l'ultimo dei quali appena introdotto dall’organizzazione londinese - Djokovic diventa il terzo giocatore di sempre per numero di match vinti (72) sull'erba londinese (dietro a Federer e Boris Becker), salendo a 16 Slam in carriera (quattro in meno di Federer, due in meno di Nadal). «Ho sempre sognato di giocare e magari vincere questo torneo, fin da quando ero bambino - le parole di Djokovic, davanti ai 15 mila del Centrale -. Averlo vinto quest’anno, con mio figlio in tribuna, è ancora più speciale».

A 32 anni, Djokovic sale dunque a cinque titoli ai Championships, raggiungendo una leggenda di questi campi, Bjorn Borg. «È stata senza dubbio una delle finali più eccitanti e incredibili della mia carriera - ha aggiunto il serbo -, contro uno dei giocatori più grandi di sempre, per il quale nutro un grande rispetto». Che è stato vicinissimo al nono trionfo a Wimbledon quando, nel quinto set (sul punteggio di 6-7), non ha sfruttato due match point consecutivi.

«Per me è irreale aver vinto questo match, dopo essere stato sotto di due match-point - ha aggiunto Djokovic -. Ma, se Roger gioca così bene ancora alla sua età, è un’ispirazione per tutti». Nonostante le occasioni mancate, ha poco su cui recriminare, Federer, protagonista di una finale, e di un torneo, di livello assoluto. Venerdì la semifinale contro Nadal, oggi la finale Slam n.31, persa nonostante 94 vincenti, 25 ace, più game e più punti del suo avversario.

A conferma che, non solo la qualità, ma anche l’efficacia del suo gioco non teme l’erosione del tempo: contro Djokovic ha perso solo la quinta partita del 2019. «È stato un grande match, molto lungo, con tanta qualità. Ho avuto le mie chance, peccato non averle trasformate. Ma non ho nulla da rimproverarmi, ho giocato bene». Sotto gli occhi della moglie Mirka, e della loro coppia di gemelli, lo svizzero, n.3 del ranking, ha trovato anche il modo per scherzare: «Spero di aver dato una speranza a tutti quelli che hanno 37 anni: la vita va avanti. Certo, ci vorrà del tempo per recuperare, perché ho dato davvero tutto, ma ne avrei avevo ancora».

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