Julian Alaphilippe cade in piedi nel tappone alpino e si tiene la sua sgargiante maglia gialla senza particolari danni, cedendo alla fine solo altri 5'' ai rivali. Perché, se è vero che Geraint Thomas è arrivato con lui sul traguardo, dunque resta lontano 1'35'' in classifica generale, il colombiano Egan Bernal - pure lui della Ineos, come il gallese campione uscente - ha fatto il diavolo a quattro sulla salita che portava sul Galibier, a oltre 2.600 metri di quota, scavalcando il proprio capitano in classifica e infliggendo al gruppo dei migliori un distacco di 32''.
Stamattina, prima della partenza, Bernal era a 2'02'' da Alaphilippe, dopo il traguardo di Valloire si ritrova a 1'30''. Dunque, nell’attesa di altre due tappe fra domani e sabato - la 19/a da Saint-Jean-de-Maurienne a Tignes e la 20/a da Albertville a Val Thorens con arrivi in salita - può ancora sperare in una rivoluzione sostanziale della classifica generale.
Oggi è stato il giorno dei colombiani, non di Thibaut Pinot, che forse comincia ad accusare la fatica per una rincorsa a perdifiato nelle ultime frazioni: Bernal ha accorciato di 5'' la propria classifica, salendo sul secondo gradino di un podio virtuale, mentre Nairo Quintana ha riscattato parzialmente il proprio Tour, spianando in fuga il Galibier e presentandosi a braccia alzate sotto lo striscione dell’arrivo a Valloire, a pochi km dal confine con l’Italia.
Erano tre le montagne da scalare sui pedali, e soprattutto con il caldo, in questa 18/a tappa: il Col du Vars, lungo 9,3 km e con una pendenza media del 7,5%; l’Izoard, lungo 14,1 km, al 7%; infine il Galibier, che presentava una salita di 23 km al 5,1%. Proprio nell’ultima ascesa, Alaphilippe si è piantato, staccandosi dai rivali: il primo ad andarsene dal gruppo dei migliori - che seguiva più o meno a 5' un gruppetto di fuggitivi del quale faceva parte Damiano Caruso (primo sull'Izoard, una bella soddisfazione) - è stato Bernal, dopo alcuni km è toccato a Thomas.
Alaphilippe è rimasto intrappolato con i vari Pinot e Kruijswijk, che lo hanno distanziato metro dopo metro. Non un crollo, quello della maglia gialla, solo una piccola crisi, come ha confermato la grande rimonta nella discesa dopo il Gpm del Galibier, affrontata a tutta fino al ricongiungimento con gli altri big. Per tuffarsi in quei 19 km di picchiata verso il traguardo di Valloire serve grande lucidità, ma anche coraggio, abilità e una preparazione atletica invidiabile.
Alaphilippe ha dimostrato di essere tutto questo e il suo Tour lo ha già vinto; Quintana, invece, lo ha in parte salvato, Bernal e Thomas continuano sperano (con quei distacchi possono), pur dovendo gestire una rivalità interna che, alla fine, può rivelarsi controproducente. E Pinot? O non ne ha più, oppure oggi ha badato a nascondersi e magari confida nelle due prossime tappe per spodestare Alaphilippe dal trono del Tour. Sempre ammesso che ci riesca.
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