San Siro ribolle e non per le temperature agostane ma per l’incontenibile entusiasmo scatenato dalla nuova Inter di Conte e Oriali che - forse - 'non sarà per tutti' ma sicuramente è per molti: in oltre sessantamila hanno applaudito i nerazzurri che affondano la matricola leccese per 4-0 sospinti da un tifo indiavolato e già plasmati dal dogma del tecnico leccese.
Antonio Conte ha acceso il sogno, quello di ridurre il divario tecnico dalla Juventus, di dare all’Inter un ruolo finalmente da protagonista in un campionato dominato per anni dai colori bianconeri, di affacciarsi alla Champions con le giuste aspettative e più di una velleità.
L’uomo giusto al posto giusto anche se è solo l’esordio in un lunedì di fine estate: l’Inter è ancora da fare, aspetta un altro attaccante dopo Lukaku, punta su un centrocampista mentre Mauro Icardi resta escluso e marginalizzato, incapace di tenere a freno l'ingombrante consorte.
Ultimo affondo quello di Beppe Marotta che non ha gradito le parole di Wanda Nara che continua a imperversare in televisione, senza freni nè limiti quasi aggravando la già traballante posizione di Maurito. «Nessuno ha chiesto a Icardi di restare», dice Marotta nel prepartita, mettendo una pietra tombale sull'ipotesi già remota che l’ex capitano possa rimanere.
Conte non fallisce all’esordio come del resto Lukaku, al fianco di Lautaro in attacco. In difesa cambio in extremis tra De Vrij e Ranocchia per problemi fisici dell’olandese. La difesa, senza due titolari contando anche Godin, rischia comunque poco. Bene il centrocampo. Cresce nel secondo tempo Lautaro Martinez che, dopo aver sprecato un’ottima occasione al 17', propizia il 3-0 di Lukaku e cerca la conclusione dalla distanza.
L’Inter, dopo qualche minuto di assestamento, con un intervento provvidenziale di Skriniar sulla linea e un’uscita avventurosa di Handanovic al 14', domina e convince. La mano di Conte si intravede già. Il 3-5-2 esalta Brozovic che sblocca la partita con un gol splendido al 21': destro a giro da fuori area sotto l’incrocio dei pali. Esplode lo stadio ed esplode Conte. Adrenalina, passione, entusiasmo, come aveva chiesto alla vigilia.
Tre minuti più tardi è Sensi a trovare il raddoppio. Un gol di caparbietà ma anche qualità: primo tiro respinto, poi vince un rimpallo, dribbla due difensori e calcia di nuovo con un rasoterra ad incrociare. Il Lecce subisce il contraccolpo, Brozovic e Asamoah sfiorano il 3-0. Quando, poi, al termine del primo tempo le solite disattenzioni sembrano far capolino nelle retrovie, Conte si sbraccia e urla nervoso.
È un perfezionista e ha fatto una promessa: 'Non sarà pazza Inter'. Pazzo, come il disimpegno in orizzontale davanti alla propria porta di Brozovic che per un soffio non diventa un assist al Lecce. Nella ripresa, il Lecce cerca la gloria di un gol a San Siro ma ci pensa Lukaku a spegnere l’entusiasmo degli ospiti al 15'. Gran tiro di Lautaro Martinez, respinge Gabriel e tap-in vincente di Lukaku che si inchina ai tifosi.
Le residue speranze salentine tramontano poi con l’espulsione diretta di Farias per un fallo da dietro ai danni di Barella dopo solo un quarto d’ora di gioco. L’Inter dilaga e viene annullato un gol a Politano per un fuorigioco di Lukaku. Ma a calare il poker ci pensa Candreva con un imprendibile bolide di destro scagliato da 30 metri. Un ottimo inizio e, se il buongiorno si vede dal mattino, potrebbe essere questo l’anno del ritrovato orgoglio nerazzurro. Una squadra che sembra rinata nel gioco e nella testa.
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