La favola di Matteo Berrettini comincia da una grande sconfitta. Per il secondo italiano ad arrivare alle semifinali degli Us Open (dopo Barazzutti 42 anni fa) è sfumato il sogno di giocarsi il titolo sul campo dell'Arthur Ashe a New York. Ma la sconfitta in semifinale contro un fuoriclasse come Rafa Nadal, alla sua quinta finale newyorkese (la 27ma nel Grande Slam) nella quale affronterà il russo Daniil Medvedev, ha il sapore di un sogno di grande futuro che comincia a prendere forma. Il talento cristallino del 23enne tennista romano è infatti apparso chiaro a tutti sul campo centrale di Flushing Meadows, dove per lunghi tratti di partita i due hanno giocato alla pari. Non a caso proprio il campione spagnolo, dopo averlo battuto per 7-6 6-4 6-1, ha avuto parole di elogio non formali per Berrettini: "ha giocato benissimo, sono stato fortunato nel primo set quando al tie break lui era nettamente avanti e ha avuto due set point. Matteo ha tutto. Diventerà un grandissimo giocatore. Lo è già e ha tanti anni davanti a sé per migliorare ancora". Parole pesanti, che si aggiungono ai complimenti già ricevuti nei giorni scorsi dal numero uno del mondo Novak Djokovic e dall'altro grande campione Roger Federer. La sconfitta nella semifinale a stelle e strisce dunque ha finito per consacrare il 23enne che sta bruciando le tappe della carriera e corre dritto verso le Atp Finals di Londra, obiettivo che all'inizio dell'anno non era nemmeno lontanamente nei programmi dell'azzurro. Oggi invece Berrettini è al nono posto nella corsa alle Finals con 2160 punti, preceduto di appena 20 punti dal giapponese Nishikori e soprattutto insieme ai migliori del mondo. Mentre l'ottimo risultato di New York gli farà scalare molte posizioni, avvicinandosi alla top ten nella classifica mondiale del tennis (oggi è 25mo). A suggello di una stagione di alto livello che ha visto Berrettini arrivare fino ai quarti di finale a Wimbledon, dove poi si è arreso a Federer. "Per la partita di oggi non ho nulla da rimproverarmi -ha detto il giovane romano dopo la sfida con Nadal- ma ora non mi pongo più limiti. Ho dimostrato di essere pronto per questi palcoscenici. Sono entrato a testa alta anche se il braccio tremava. Ho sempre provato a farmi avanti e dimostrare che in campo c'era un giocatore. Mi fa piacere che Rafa, Federer e Djokovic parlino bene di me. Sto lavorando tanto, non dico per raggiungere i loro livelli perché forse sono inarrivabili, però mi fa piacere condividerci il campo". La sfida è stata durissima per l'azzurro, soprattutto sul piano fisico e anche perché Nadal è apparso quello dei tempi migliori, agile, scattante, implacabile sotto rete e soprattutto nella battuta "un colpo che spesso viene sottovalutato, ma è davvero fastidioso. Ho cercato di aggredirlo anche perché nello scambio lui è forse il migliore al mondo. Ci sono riuscito per buona parte della partita. Poi lui ha preso il sopravvento, anche perché fisicamente tutti questi match giocati qui li ho accusati. Fino a poco tempo fa non pensavo di raggiungere una semifinale in uno Slam: lui era pronto per giocare 6 ore a alti livelli, io magari 3 o 4. Questo è un aspetto che dovrò migliorare. Però sono molto contento, ho avuto le mie chance perché me le sono meritate. Ho tanta fiducia nonostante la sconfitta". Il futuro di Berrettini comincia dalla semifinale di New York.