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Andrea Agnelli confermato presidente dell'Eca: "Riforma delle coppe va avanti"

Andrea Agnelli

Vi sarà una riforma delle competizioni europee, dal 2024 in poi. Probabilmente non secondo la proposta iniziale dei clubs, ma con un maggior numero di partite a livello continentale sicuramente. Questo il sunto dell’assemblea generale della European Clubs Association (Eca) che si è conclusa oggi a Ginevra, con la partecipazione dei delegati di 169 società.

«La riforma delle competizioni europee andrà avanti. Le modalità sono ancora de definire, ma vi è unità di intenti sul fatto che bisogna sviluppare il calcio internazionale di club». Questo quanto dichiarato da Andrea Agnelli. Il massimo dirigente della Juventus si è detto, «molto onorato» di essere stato rieletto per quattro anni (fino al 2023) alla presidenza dell’Eca. «Sono molto felice di come si é svolta la nostra assemblea generale», ha assicurato.

Questa ha anche eletto in seno al proprio Board (comitato esecutivo) il presidente dell’Inter Steven Zhang ed ha designato il massimo dirigente del Napoli Aurelio De Laurentiis fra i delegati dell’Eca al comitato delle competizioni interclubs dell’Uefa. Andrea Agnelli ha peraltro difeso la nomina del presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi quale rappresentante dell’Eca presso il comitato esecutivo Uefa.

Il dirigente è indagato dalla giustizia svizzera e francese per possibile corruzione relativa al Mondiale 2022 in Qatar. «Viviamo in un mondo nel quale sei innocente finché non si dimostra che sei colpevole. Nasser è una persona di competenza infinita. Vi erano altre possibilità ma tutto il Board era d’accordo sulla scelta», ha garantito il presidente della Juve.

Andrea Agnelli non ha poi nascosto di essere stato un pò amareggiato dal modo in cui era stata accolta la prima proposta di riforma della Coppe europee dal 2024 in poi, che prevedeva una Champions con quattro gruppi da otto squadre e 24 posti garantiti anche per la stagione successiva. «Quel progetto era un punto di partenza per la riflessione, ed è invece stato inteso come punto di arrivo».

Per il futuro, il nuovo modulo non è ancora definito. «Potrebbe somigliare al progetto di partenza, che ritengo molto buono, o no. Non lo so. Non c'é fretta. Il termine massimo per mettersi d’accordo con l’Uefa ed i vari partner è il 2022, per motivi di sfuttamento commerciale del nuovo format. Anche se spero si trovi una soluzione prima», ha aggiunto Andrea Agnelli. «Sempre nell’interesse non solo dei clubs più ricchi ma di tutto il calcio europeo».

Il presidente della Juventus ha però ammesso che nessuna formula potrà raggiungere l’unanimità. «Una proposta adottata dal 70-80 per cento dei membri sarebbe già ottima». Per trovare una soluzione che accontenti una larga maggioranza, gli ostacoli sono tuttavia numerosi. Il primo riguarda la questione dell’ammissione diretta, tramite i risultati della Champions e la tradizione europea e non più via i campionati nazionali, di numerosi partecipanti.

«Si può trovare un compromesso», ha assicurato Agnelli. «La situazione attuale non è certo ideale. Basta pensare a quanto ha dovuto sudare un club col blasone dell’Ajax per accedere alla Champions.» Seduto accanto a lui, il dirigente dell’Ajax, vice-presidente dell’Eca (ed ex-portiere della Juventus) Edwin van der Sar annuiva. Ancor più delicata la questione del calendario, già parecchio intasato.

«La data del 2024 non è stata scelta a caso - ha detto Agnelli - in quanto il calendario internazionale non è ancora stato definito. Sappiamo che si tratta di una prerogativa della Fifa, con la quale siamo spesso in contatto». Per far quadrare il cerchio, ossia liberare date supplementari per gli impegni europei, sembra comunque inevitabile diminuire il numero di gare domestiche di club o gli impegni per le nazionali.

Andrea Agnelli è stato laconico ed è apparso stizzito quando due domande sul tema gli sono state poste in conferenza stampa. «Lo spazio si troverà», ha detto. Più prolisso sull'argomento il presidente del Lione Jean-Michel Aulas, il quale ha detto all’ANSA: «Una cosa è certa: tutti i clubs sono convinti che si possono ricavare più soldi dalle competizioni europee. E non si può farlo se non si cambia niente. Capisco la posizione delle leghe nazionali ma prendiamo un caso concreto: l’organizzazione del calcio tedesco è spesso presa quale esempio di qualità. Ebbene, in Germania il campionato si disputa con 18 squadre e vi è una sola coppa nazionale...».

Anche Andrea Agnelli ha più volte insistito sul ruolo delle società. «I clubs sono al centro di tutto. Sono loro che formano i giocatori e che prendono tutti i rischi economici», ha detto. Senza però proferire alcuna minaccia di secessione. «Lavoriamo a stretto contatto con l’Uefa. E ovviamente, sarà l’Uefa ad approvare ed annunciare un nuovo format, quando sarà il momento». Dopo un periodo intenso, l’Eca si prende qualche mese di riflessione per mettere a punto un nuovo progetto: la prossima assemblea generale è prevista a fine marzo 2020, a Budapest.

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