Slogan e striscioni nel derby di Milano non sono bastati, il razzismo resta protagonista negativo in Serie A, anche se in questo caso, seppur per soli 3', il calcio si è fermato. Dopo i casi Lukaku e Kessie, stavolta nel mirino è finito Dalbert, terzino della Fiorentina, oggetto di cori e insulti da parte della tifoseria dell’Atalanta a Parma. Il terzino brasiliano ha chiesto un intervento da parte dell’arbitro Orsato durante la sfida al Tardini (scelto dai bergamaschi come impianto di casa per i lavori all’Atleti Azzurri d’Italia): la partita ha subito uno stop di tre minuti intorno al 30', fino a quando non è stato fatto l’annuncio all’altoparlante per ribadire che è vietato scandire cori razzisti o di matrice territoriale. Un messaggio che è stato accolto con copiosi fischi provenienti dalle tribune. «Cori? Io non li sento, a me dicono sempre che sono di Napoli e li ringrazio», il pensiero di Vincenzo Montella, allenatore della Fiorentina. «I cori non li ha sentiti nessuno, poi se qualche imbecille ha detto qualcosa è diverso. È grave, succede in tutti gli stadi, anche a Firenze. Bisogna stare attenti», le parole invece di Gasperini, tecnico dell’Atalanta. L’episodio tuttavia ha scatenato l’indignazione del presidente della Fifa Gianni Infantino. «Il razzismo si combatte con l’educazione, condannando, parlandone. In Italia la situazione non è migliorata e questo è grave - le parole di Infantino, ospite di 90mo Minuto su Rai 2 -. Bisogna identificare gli autori e buttarli fuori dagli stadi. Ci vuole, come in Inghilterra, la certezza della pena. Non bisogna avere paura di condannare i razzisti, dobbiamo combatterli fino alla fine». La Fifa intanto ha accolto positivamente le ultime iniziative in Italia contro il razzismo, tra le quali la task force creata dal Milan e lo slogan «Derby against racism» nella sfida di San Siro. «Non sono atti dovuti - ha spiegato Federico Addiechi, responsabile della sostenibilità Fifa, a margine del Fifa Diversity Award a Milano - ma benvenuti. I casi di razzismo in Italia sono situazioni inaccettabili, siamo per la tolleranza zero. Serve una reazione forte. C'è un protocollo per fermare le partite, per mandare le squadre in spogliatoio e per cancellare la gara. Aspettiamo che questi meccanismi vengano recepiti anche in Italia», ha concluso Addiechi.