Dal mito Filippide ad Eliud Kipchoge, il primo uomo a correre una maratona sotto le due ore. Da quella tragica marcia da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria dei greci sui persiani conclusa con la morte di Filippide (era il 490 a.C.) all’odierna incredibile corsa contro il tempo tra le nebbie di Vienna, di anni ne sono passati 2.500. Il fascino della maratona, una delle gare Regina di tutta l’Olimpiade, è rimasto intatto. Oggi tra i viali del Prater, grande polmone verde della capitale austriaca sulle rive del Danubio famoso per il suo parco divertimenti e la ruota (Riesenrad), Kipchoge ha fermato i cronometri in 1 ora 59'40"2, crono sensazionale ottenuto in condizioni favorevoli sia per quanto concerne il meteo che il supporto tecnico. Il parco è dotato di alberi ad alto fusto che, in caso di vento, avrebbero fatto da barriera agli atleti. Studiato nei dettagli anche il tracciato, un anello di 9,4 chilometri da ripetere quattro volte. Il 34enne runner originario di un territorio dove sono nati i grandi campioni keniani, la contea dei Nandi a sud di Eldoret, è stato supportato da ben 41 lepri, ovvero atleti di caratura mondiale che per tutti i 42,195 chilometri si sono avvicendati al comando per dettare il ritmo ideale al fine di correre sotto le due ore. Kipchoge con questa impresa, allestita attorno ad un evento dedicato per abbattere le due ore che è stato seguito da migliaia di persone, diventa l’uomo più veloce a correre una maratona. Non viene considerato record mondiale ufficiale che comunque resta nelle sue mani, quello corso di 2 ore 01'39 del 16 settembre dello scorso anno a Berlino. Eliud, allievo dell’ex siepista keniano Patrick Sang, è stato supportato da nomi importanti dell’atletica mondiale dei giorni nostri, dall’etiope Selemon Barega, fresco vicecampione mondiale dei 5000 metri a Doha allo statunitense Matthew Centrowitz, campione olimpico in carica dei 1500, passando per i fratelli norvegesi Jakob, Henrik e Filip Ingebrigtsen. Per agevolare ulteriormente la riuscita della missione è stata predisposta un’autovettura che proiettava sull'asfalto un raggio laser di colore verde, rifornimenti dedicati, un seguito di tecnici in bicicletta dotati di computer sul manubrio e una precisa formazione di corsa del gruppo con continuo avvicendamento del pacemaker che doveva andare ad imporre il ritmo (2'50 a chilometro). «Mi sento molto bene, sono felicissimo - ha detto Kipchoge poco dopo aver tagliato il traguardo -. Dopo Roger Bannister che ha percorso un miglio in quattro minuti nel 1954, ci sono voluti altri 65 anni prima che un uomo scrivesse una pagina di sport. Nessun essere umano è limitato e mi aspetto che dopo oggi più persone riescano a correre sotto le due ore. I 41 pacemaker sono tra i migliori atleti di tutto il mondo, a tutti voglio dire grazie per aver svolto il lavoro: assieme abbiamo fatto la storia». Ai fini statistici la prima miglior prestazione mondiale di maratona riconosciuta dalla Iaaf risale a 111 anni fa quando il 24 luglio del 1908 a Londra, nella prova olimpica, l’americano Johnny Hayes corse in 2 ore 55'18"4. A inaugurare l’albo d’oro dei primati della maratona poteva essere l’italiano Dorando Pietri che a Londra tagliò per primo il traguardo, 2 ore 54'46"4. Non fu così perchè il corridore emiliano venne squalificato perchè tagliò il traguardo sorretto da un giudice. Il primo record mondiale di maratona, così definito dalla Iaaf, è quello del 14 aprile 2002 quando a Londra lo statunitense Khalid Khannouchi terminò la gara in 2 ore 05'38.