Il gran premio d’Australia della MotoGp si è deciso all’ultimo giro, quando Maverick Vinales - nel tentativo di rimanere in scia a Marc Marquez che lo aveva passato sul rettilineo - è caduto a poche curve dall’arrivo, lasciando via libera al campione del mondo, dopo un duello serratissimo. Così è uscito di scena il pilota Yamaha, che aveva dominato le libere ed ottenuto la pole, spostata alla domenica mattina a causa del vento che sabato ha spazzato Phillip Island. Del suo volo, senza conseguenze, hanno beneficiato Cal Crutchlow (Honda) ed il pilota di casa Jack Miller (Ducati). Ma l’eroe di giornata è Lorenzo Dalla Porta. Il pilota di Prato, 22 anni, quinta stagione nel motomondiale, ha vinto la gara ed è così diventato il primo italiano a laurearsi iridato in Moto3. L’ultimo titolo tricolore nella classe 'leggera' l'aveva ottenuto Andrea Dovizioso, conquistando il mondiale 125 nel 2004, anche lui in sella alla Honda. Sul podio Dalla Porta ha dedicato la coppa alla nonna Nicoletta, scomparsa pochi giorni prima del Gp della Thailandia: «Vincere gara e campionato nello stesso giorno è fantastico. E’ servito tanto lavoro per arrivare a questo successo, che ci ripaga di tutti gli sforzi. Non riesco ancora a credere a quello che ho fatto». Ai piedi del podio in MotoGp si è fermata la rincorsa di Francesco Bagnaia, comunque soddisfatto per il suo miglior piazzamento. Quinto Joan Mir (Suzuki), davanti a tre italiani: i due Andrea, Iannone (Aprilia, mai così avanti quest’anno) e Dovizioso (Ducati), seguiti dalla Yamaha di Valentino Rossi, ottavo. Uno sfortunato contatto aveva tolto di mezzo al primo giro la Ducati di Danilo Petrucci e la Yamaha di Fabio Quartararo. Peccato per entrambi, ma soprattutto per il francese, scattato dal secondo posto della griglia. Marquez, per nulla appagato dall’ennesimo titolo, si è confermato una macchina inarrestabile: 11/o successo in stagione (quinto consecutivo), 14/o podio di fila, 55 vittorie in MotoGp in sella alla Honda (superato Mick Doohan). Con 375 punti ha già battuto il proprio record, stabilito nel 2014 (362). «Sapevo che se a 4-5 giri dalla fine fossi stato in scia a Maverick potevo vincere. Ma non è stato affatto facile. Alla fine eravamo tutti e due al limite con la gomma morbida al posteriore, ma non mi giocavo nulla e quindi potevo rischiare. Imbattibile? No, sono umano pure io». «Sono contento - ha commentato Vinales, nonostante la caduta - perché ho visto che la moto fa progressi. Stiamo già lavorando per la prossima stagione ed il principale gap da risolvere è quello della potenza, della velocità in rettilineo». Stesso problema rilevato da Rossi che, grazie ad un’ottima partenza, dalla quarta posizione si è proiettato brevemente al comando, nel giorno della sua gara n.400: «E' stato bello stare un po' davanti, ma ero troppo lento sul dritto e ogni giro perdevo qualcosa. Bene il bilanciamento, ma resta il problema dello scarso grip al posteriore». Senza fine la crisi di Jorge Lorenzo: ultimo, con un distacco di 1'06" dal vincitore e compagno di team. Resta da assegnare il titolo della Moto2: Alex Marquez, oggi ottavo, ha fallito il primo match point. Thomas Luthi (terzo dietro Brad Binder e Jorge Martin) ha ridotto il distacco a 28 punti, a due gare dal termine.