Un commissario 'ad acta' per traghettare la Lega di A verso un nuovo presidente dopo le dimissioni di Gaetano Miccichè. Ma soltanto se, all'assemblea del 2 dicembre, i club non riuscissero a eleggere direttamente il nuovo numero uno di Via Rosellini. Il nome di Mario Cicala, scelto l'1 ottobre scorso come presidente dell'Organismo di Vigilanza della Figc, è la mossa all'unanimità del Consiglio federale. L'ad della Lega, Luigi De Siervo, si è detto soddisfatto che sia stata riconosciuta "la piena legittimità dell'operato della Lega stessa".
Quanto all'eventuale commissario ad acta "non inficerebbe l'operatività di altri organi": dunque i club possono eleggere il loro presidente il 2 dicembre. E intanto alcune società pensano a un 'Micciché 2'. Il n.1 della Figc, Gabriele Gravina, non ha nascosto l'amarezza per le dimissioni di Micciché: "Abbiamo provato a farlo desistere fino all'ultimo. Lui ha fatto le sue scelte e penso avesse valide ragioni, spero possa tornare sui suoi passi per dare stabilità alla Lega di A che con lui cominciava a consolidarsi". E per il fatto di "non aver ravvisato conflitti di interesse o rischi di indipendenza da parte sua", Gravina ha aggiunto: "Avevo consigliato l'apertura delle famose schede per completare l'iter di quell'assemblea, affinché se fossero emersi anche solo 14 voti utili lui poteva restare a fare il presidente".
Durante la riunione è stato illustrato il dispositivo redatto dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro al termine dell'indagine sull'elezione di Miccichè e, a quanto si è saputo, è emerso che gli unici rilievi sono ascrivibili all'assemblea elettiva del 19 marzo 2018. Nel dettaglio con l'elezione con voto palese di Miccichè alla presenza dell'allora commissario Giovanni Malagò, restano le frecciate di Gravina su come fu gestita la giornata: "Qui c'è una chiara leggerezza nell'aver risolto un problema di natura statutaria attraverso un voto palese non previsto dallo statuto".
Per questo l'eventuale commissario ad acta Cicala, non solo potrebbe dare rappresentanza legale alla Lega fino al 10 marzo 2020, data indicata dalla Figc per l'assemblea elettiva, ma potrebbe anche cogliere l'occasione di mettere mano allo statuto: "I principi informatori sono un obbligo - spiega Gravina - modificare lo statuto è invece un atto politico molto più forte, e che io auspico. Uno dei motivi delle dimissioni di Miccichè era uno statuto che non si ispirava a una corretta ed efficace gestione aziendale. Lo statuto di Serie A è fatto veramente male".
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