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Incendi, fumo e malori: è caos agli Australian Open di tennis

Il fumo fuori, i malori in campo. Il cielo plumbeo e le esalazioni causate dagli incendi che stanno devastando l’Australia rischiano seriamente di compromettere lo svolgimento del primo Slam della stagione, in calendario da lunedì 20 gennaio a Melbourne.

La cortina di fumo sopra la capitale di Victoria ha oggi costretto gli organizzatori a sospendere temporaneamente le qualificazioni dell’Australian Open in corso al Melbourne Park, anche se i match sono poi ricominciati pur con una qualità dell’aria definita «molto scarsa». Il Major australiano è partito nonostante l’emergenza, ma gli effetti della cappa di smog si sono fatti sentire subito, con le qualificazioni ritardate di un paio d’ore e tutti i big che hanno deciso di allenarsi al coperto.

Maria Sharapova ha addirittura dovuto interrompere il suo incontro-esibizione di beneficenza e la slovena Dalila Jakupovic è caduta in ginocchio dopo un colpo di tosse durante il primo turno di qualificazione contro la svizzera Stefanie Voegele, dovendosi ritirare. «Mi sono spaventata. Io non ho mai avuto problemi di salute ma non riuscivo più a respirare e sono caduta a terra. Non è giusto che gli organizzatori chiedano ai giocatori di scendere in campo in quelle condizioni. Non è salutare per noi, pensavo che non avremmo giocato oggi, ma non abbiamo molta scelta».

Una situazione al limite, insomma che ha causato malori anche tra gli addetti ai lavori: durante la sfida tra Kavcic e Clarke un raccattapalle è collassato mentre era a bordocampo ed è stato assistito dagli stessi giocatori. «Very unhealthy», molto pericoloso, ha tweetato Elina Svitolina, l’ucraina n.5 del mondo che ha pubblicato un post molto critico che dà voce al pensiero di molti: «Perché dobbiamo aspettare che succeda qualcosa di brutto per fare qualcosa?».

Intanto gli organizzatori che gestisce il torneo hanno fatto sapere che le problematiche legate all’inquinamento dell’aria verranno trattate con la stessa logica del caldo estremo o della pioggia: «Fermeremo le partite se i medici valuteranno che le condizioni sono pericolose per la salute».

Dopo Sydney e Canberra, che hanno pagato lo scotto nel mese di dicembre, l’atmosfera sulla capitale di Victoria si è andata deteriorando repentinamente dall’inizio dell’anno: il primo campanello d’allarme è suonato ieri pomeriggio quando l’aria si è improvvisamente riempita di polveri e stamani Melbourne si è svegliata avvolta in una coperta grigio fumo, con il governo statale che ha disposto la chiusura di alcuni uffici pubblici.

Adesso l’attenzione si sposta sull'evoluzione del meteo nei prossimi giorni: nessuno si sbilancia su quel che potrà accadere da qui al 20 gennaio, anche se il tam-tam tra i giocatori comincia a farsi sentire sempre di più.

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