«La verità viene a galla, per favore fatemi un’Ansa con le crocette: tutto il mondo deve sapere che questo incubo è finito». Urla al telefono la sua felicità, Filippo Magnini: la notizia che aspettava da più di tre anni è arrivata in un giorno qualsiasi di fine febbraio mentre stava sul divano con la sua compagna Giorgia Palmas.
Il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna lo ha riabilitato in pieno, annullando la sentenza a quattro anni di stop per doping comminata dal Tna italiano in tutte e due i gradi di giudizio. Un ribaltone clamoroso che mette fine all’incubo per l’ex campione del nuoto azzurro, due volte iridato nei 100 stile, capitano e punto di riferimento per anni dell’Italnuoto: «Quando mi ha chiamato l’avvocato ho cominciato a tremare e ho abbracciato Giorgia: il capitano è tornato, le ho detto. Ho sempre avuto fiducia, sapevo di essere nel giusto. E ora voglio urlare a tutti la mia gioia».
Una vicenda che ha messo a dura prova Superpippo: nel 2018 la giustizia sportiva lo aveva condannato al massimo della pena dando seguito all’accusa di uso o tentato uso di doping. Magnini era finito nel mirino degli inquirenti per la frequentazione con il medico pesarese Guido Porcellini (lui sotto processo penale, il nuotatore mai nemmeno indagato) col quale, secondo l’accusa, l'azzurro aveva concordato l’acquisto di sostanze dopanti mascherate sotto la definizione di 'integratori plus'.
Accuse che Magnini, in tutti i gradi di giudizio, aveva puntualmente respinto durante le lunghe audizioni. Ma per i giudici nessun dubbio: ed a maggio dello scorso anno arriva la conferma in appello, riconosciuta la colpevolezza dell’ex nuotatore. Che però, sebbene ormai ritirato dall’attività agonistica, non ha mai smesso di portare avanti la sua
battaglia.
«Ho sentito le urla di gioia del mio avvocato e ho capito che ce l’avevamo fatta - racconta Magnini - che avevo vinto. Ho sempre avuto fiducia in questi anni durissimi: sono passati tre anni e mezzo dal primo articolo che mi accusava di tentato doping. Quel giorno è arrivato e ora sono la persona più felice del mondo». Serviranno due mesi per conoscere le motivazioni che hanno portato i giudici svizzeri a ribaltare completamente l’operato dei colleghi italiani.
Intanto adesso Magnini si gode la luce fuori dal tunnel e rilancia. «È sempre stato così, le gare le ho vinte sempre negli ultimi metri - ha scritto sui social Re Magno, incassando un’onda anomala di 'like', tra cui quello di Fabio Fognini - Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta». Il suo urlo di gioia non fa sentire la rabbia, che pure in questi anni non ha mancato di sfogare: «Sono stato piegato da queste accuse, ma non sono stato spezzato - racconta ora con orgoglio il campione 38enne - Lancio a tutti un messaggio positivo: di non mollare mai se avete ragione, la verità viene fuori, le cose possono funzionare».
«La verità alla fine vince sempre Amore mio» scrive la Palmas che in questi anni ha sostenuto la battaglia del nuotatore. Che adesso felice dal divano di casa si prende una rivincita maestosa e apre al futuro: «Il vostro capitano è tornato - ribadisce sorridendo -, ora può succedere di tutto». Dopo tre anni-choc tutti avvisati, anche in piscina.
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