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Coronavirus, Comitato scientifico propone stop alle manifestazioni sportive per un mese

Evitare per 30 giorni manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro.

E’ una delle proposte del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte, che potrebbero integrare il Dpcm del primo marzo e che sarebbero da adottare in tutto il Paese.

Fra liti e veleni, con l’Inter decisamente contraria, la Serie A sembra aver trovato una quadra i rinvii nel calendario, ma ora sul calcio pende una nuova spada di Damocle. Lega e club attendono di capire come il governo trasformerà in decreto l'indicazione del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte per affrontare l’emergenza coronavirus. L'input è evitare per 30 giorni in tutta Italia manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Una raccomandazione che, secondo quanto si aspettano i presidenti dei club, dovrebbe tradursi in porte chiuse.

Intanto, mentre in serata da Roma arrivava questa evoluzione, nella riunione in Prefettura a Torino si decideva il rinvio della
semifinale di coppa Italia Juventus-Milan di domani. Diversi club ritenevano che già oggi il governo potesse prendere un provvedimento sulle porte chiuse. Ci stanno pensando seriamente Liga spagnola, Ligue1 francese, Premier League inglese e Bundesliga tedesca per non fermare il campionato, come avvenuto in Svizzera.

E il governo di Madrid ha «raccomandato" di far disputare senza pubblico Valencia-Atalanta in Champions e Getafe-Inter di Europa League. Quella era anche una settimana fa la linea della Lega per Juve-Inter, che è stata rinviata sabato, alla vigilia, dal presidente della Lega, Paolo Dal Pino, (stessa sorte per altre cinque gare della settima giornata di ritorno) con una mossa che ha fatto infuriare l’Inter ma anche altri
club.

Per non fare brutta figura all’estero con gli spalti vuoti, il calcio italiano ne ha fatta una forse peggiore davanti all’Italia impegnata a contrastare la crisi sanitaria. Un cortocircuito fra accuse, veleni, e lunghe trattative, di cui i protagonisti raccontano le pressioni di Agnelli, i continui
cambi di scenario per le limitazioni previste dai decreti del governo, l’intervento del n.1 della Figc Gabriele Gravina, mentre il ministro Vincenzo Spadafora provava a togliere ogni alibi al mondo del calcio, e il presidente dell’Inter, quando la tensione sembrava scemata, insultava Dal Pino definendolo "pagliaccio» (per questo la Procura federale ha aperto un’inchiesta).

Alla fine tutto si è chiuso col ritorno al punto di partenza, come in un grottesco gioco dell’oca. Andrà deserta l’assemblea di Lega di domani a Roma, perché 18 club hanno già approvato il calendario con Juventus-Inter lunedì 9 marzo, il big match da 5 milioni di euro di incasso per il club bianconero destinato quanto meno alle porte chiuse. Come una settimana fa. Non è chiara la posizione del Napoli, Marotta alla proposta del Consiglio ha detto un secco 'no', chiedendo di recuperare la
gara con la Juve dopo quella con la Samp, ancora non fissata.

La bozza di calendario prevede subito i recuperi della 7/a giornata di ritorno: sabato Samp-Verona, domenica Udinese-Fiorentina, lunedì alle 18.30 Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia, e alle 20.45 Juventus-Inter.

Poi il campionato slitterà di una giornata, con un’infrasettimanale in più il 13 maggio. Tre partite del sesto turno, Torino-Parma, Verona-Cagliari e Atalanta-Sassuolo, saranno programmate mercoledì 18 marzo. Ma se e come si giocherà ora dipende dal governo.

 

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