"E' stato un duro colpo, mai avrei immaginato di vivere una situazione del genere. Per tutta la vita ho cercato di raggiungere i più alti livelli della mia professione e dare gioia alla gente col mio calcio". Ronaldinho rompe il silenzio per la prima volta dal suo arresto. Finito in manette a inizio marzo perchè entrato in Paraguay con un passaporto falso, dal 7 aprile l’ex fuoriclasse brasiliano di Barcellona e Milan è agli arresti domiciliari presso l’hotel Palmaroga di Asuncion dove ha concesso un’intervista al quotidiano "Abc Color". "Sono una persona che ha fede, prego sempre perchè le cose vadano bene e speriamo che tutto questo finisca presto - l'auspicio del 40enne brasiliano - Ero venuto qui in virtù dei contratti che sono gestiti da mio fratello, che è anche il mio agente. Dovevamo promuovere il lancio di un casino online e di un libro. Siamo rimasti completamente sorpresi nel sapere che i nostri documenti non erano regolari e da subito la nostra intenzione è stata di collaborare con la giustizia, abbiamo spiegato perchè eravamo venuti qui e risposto a tutte le domande". In carcere Ronaldinho non si è negato per autografi e foto, "fa parte della mia vita e non avrei motivo di smettere di farlo, soprattutto con le persone che stavano vivendo un momento difficile come me". Fra le visite ricevute quelle dell’ex capitano paraguaiano Gamarra. "E' stato molto bello incontrarlo, ci conoscevamo dal Brasile, ci siamo affrontati da avversari ma c'è amicizia. Mi ha dato forza, è una grande persona". E quando uscirà, Ronaldinho sa già qual è la prima cosa che farà: "dare un grande bacio a mia madre che vive questi giorni difficili a casa sua. E poi assorbire l’impatto di tutto questo e andare avanti con fede e forza".