Sospeso con effetto immediato. A nemmeno un anno dalla nomina a direttore sportivo, e con un contratto valido ancora per altre due stagioni. Non un licenziamento, ma quasi. E in ogni caso l’ennesimo divorzio della gestione Pallotta, nello specifico il terzo per un ds. Il rapporto tra la Roma e Gianluca Petrachi si è consumato in fretta, e quasi certamente adesso vivrà una coda legale per potersi chiudere in maniera definitiva.
Il lavoro di mediazione del Ceo giallorosso Guido Fienga, che erediterà temporaneamente le mansioni da ds (coadiuvato da Morgan De Sanctis), non è stato sufficiente a far recuperare la situazione, precipitata dopo l'invio di un messaggio dai toni forti inviato da Petrachi a Pallotta per l’intervista il cui il presidente ha omesso il nome del dirigente salentino al momento di sottolineare l’ottimo rapporto tra la squadra, Fonseca e il management. In ogni caso, un divorzio che cade a cavallo tra la ripresa del campionato e la lunga fase di trattativa per la cessione del club a Friedkin, prima tramontata e poi riaperta dalle ultime parole di Pallotta.
Petrachi paga un carattere poco malleabile che non lo ha aiutato all’interno di Trigoria e anche alcune uscite dialettiche infelici, l’ultima pochi giorni fa nel corso di un’intervista in cui se l’era presa con l’atteggiamento della squadra in allenamento in vista della ripresa del campionato ("i primi giorni ho visto grande voglia, cattiveria e concentrazione. Questa ultima settimana li ho visti un pò così").
Le parole del ds avevano indispettito non poco lo spogliatoio, e anche Fonseca, già infastidito in passato dai modi di Petrachi come ad esempio nell’intervallo della gara in casa del Sassuolo quando lo aveva trovato nello spogliatoi del Mapei Stadium a inveire contro la squadra per la brutta prestazione offerta nel primo tempo.
Dopo la discussione avuta con Pallotta, e il fallito tentativo di ricucitura del rapporto (a Trigoria si sospetta che il ds possa avere un club alle spalle), si è arrivati quindi alla sospensione odierna che altro non è che una premessa al divorzio vero e proprio da consumarsi forse in tribunale in assenza di una via d’uscita condivisa. Petrachi infatti percepisce annualmente uno stipendio da 1,2 milioni di euro netti più bonus in base ai risultati e a questo punto, non essendosi dimesso, potrebbe chiedere una lauta buonuscita.
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