Sarà ancora l’anno di Lewis Hamilton che punta ad eguagliare il record dei 7 Mondiali di Schumacher oppure l’anno della Ferrari che dal 2007 non vince il titolo piloti, oppure sarà la stagione di Max Verstappen con la Red Bull sul tetto del mondo come ai tempi magici di Sebastian Vettel? Eccoli qui gli interrogativi principali della stagione 2020 di Formula 1 che parte con quattro mesi di ritardo a causa della pandemia da coronavirus che aveva costretto il Circus a lasciare i motori spenti a Melbourne dopo la scoperta dei primi casi. Via in Austria il 5 luglio che molto probabilmente sarà segnata da una protesta anti-razzismo guidata dallo stesso campione del mondo della Mercedes, leader tra gli sportivi più attivi dopo l’uccisione di Floyd in America e protagonista negli ultimi giorni di una dura polemica a distanza con l’ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone. Riavvolgendo il nastro della stagione a partire dai primi responsi dei test invernali a Barcellona che hanno decretato la Mercedes ancora la più forte di tutti davanti alla Red Bull con la Ferrari in «dichiarata" difficoltà, i veri rapporti di forza soprattutto dopo un periodo di stop così prolungato si vedranno solo il giorno delle qualifiche sabato 4 luglio in Austria sul circuito di Spielberg nella regione della Stiria. I test di Barcellona non erano bastati per emettere un verdetto definitivo sui reali valori in campo del Mondiale di Formula 1 2020 e a maggior ragione ora che sono passati quattro mesi dal Gran Premio mai disputato a Melbourne. Per quanto riguarda la lotta per il titolo iridato, Mercedes rimane il team da battere alla luce dell’enorme potenziale a disposizione in termini di performance della W11, anche se gli svariati problemi di affidabilità legati alla power-unit hanno fatto suonare un campanello d’allarme all’interno della casa di Stoccarda. Bottas e Hamilton, nell’ultima giornata, hanno girato con un motore decisamente depotenziato proprio per paura di accusare un altro problema, perdendo di fatto molto terreno rispetto ai rivali sul dritto. La prima alternativa al lungo dominio delle Frecce d’Argento dovrebbe essere almeno inizialmente la Red Bull, apparsa in grande crescita e con la consapevolezza di poter dare molto fastidio al team campione del mondo fin dalle prime gare. Max Verstappen ha fatto vedere a tratti una velocità impressionante, decidendo però di non svelare tutto il potenziale della sua vettura specialmente nel terzo settore del Montmelò, la Ferrari parte in seconda fila, in una eventuale griglia di partenza virtuale del Mondiale, alle spalle di Mercedes ma anche di Red Bull. Le arrendevoli dichiarazioni di Mattia Binotto prima di Melbourne non sono passate inosservate, così come la grande difficoltà della SF1000 in termini di top speed nei rettilinei. La Rossa sembra poter essere più competitiva in gara rispetto alla qualifica, soprattutto in tracciati da medio-alto carico aerodinamico. La grande rivelazione del pre-campionato prima dello scoppio dell’emergenza era stata indubbiamente la Racing Point, ribattezzata da molti come la Mercedes W10 (del 2019) dipinta di rosa. Alfa Romeo ha destato una pessima impressione dal punto di vista delle performance (soprattutto nelle simulazioni di passo gara), mentre Williams ha compiuto un miglioramento clamoroso rispetto a dodici mesi fa ed ha ormai raggiunto definitivamente la coda del gruppo. La novità principale riguardante i team di Formula 1 è da individuare specialmente nel cambio di denominazione di una scuderia: la Toro Rosso. Il team di Faenza, entrato nel Circus nel 2006, cambierà ufficialmente le proprie generalità in occasione del campionato 2020. A partire dalla prossima stagione infatti, il team verrà denominato «Scuderia Alpha Tauri», al fine di promuovere il marchio di moda di proprietà della Red Bull, da sempre «sorella maggiore» dell’ormai «ex» Toro Rosso. Una scelta già presa quest’anno a stagione in corso, e che ha suscitato polemiche e malumori tra gli appassionati. Per quanto riguarda tutti gli altri team che hanno preso parte al campionato 2019, la loro presenza ed i loro rispettivi fornitori di power unit sono già state confermate anche per il 2020: nessuna uscita di scena, nessuna new entry. Dalle scuderie ai piloti: l’ultimo Gran Premio di Abu Dhabi del 2019 ha visto l’uscita di scena ufficiale dal paddock di due piloti storici ed amati dal pubblico: da una parte Nico Hulkenberg, e dall’altra Robert Kubica. Il primo, presente ininterrottamente in F1 dal 2010 ed impegnato nel campionato 2019 con la Renault, lascia dunque la compagnia dopo aver collezionato 1 pole e 2 giri veloci in carriera, con altrettanti rimpianti per non aver trovato l’opportunità di esprimere il suo talento in un top team. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda Kubica. Il suo rientro in Formula 1 dopo il terribile incidente occorso durante il Rally di Andona 2011 aveva commosso gli appassionati ad inizio 2019, impazienti di rivederlo a bordo di una monoposto. Ma dopo un solo anno, ricco di delusioni dovute anche all’inaffidabilità di una Williams in crisi nera, per il polacco è arrivato il momento dei saluti. (ANSA).