La cronoscata di domani assegnerà il 107/o Tour de France di ciclismo. Gli oltre 3.300 chilometri percorsi in 19 tappe dai corridori fino a questo momento, infatti, non sono riusciti a dirimere la rivalità fra due sloveni: la maglia gialla Primoz Roglic e il giovane Tadej Pogacar, che dista dalla vetta della generale solo 57", dunque può ancora cullare legittimamente sogni di gloria. Al di là delle sue ambizioni, il percorso della tappa di domani rappresenta per tutti un salto nell’imponderabile. Innanzi tutto, perché i corridori - protagonisti e non della classifica generale - dovranno misurarsi con una sfida contro il tempo lunga 36,2 chilometri; e poi, perché sarà l’ultima possibilità per sperare in qualcosa, prima della passerella di domenica verso i Campi Elisi. Da Lure a La Planche des Belles Filles sarà battaglia all’ultimo respiro, con la spada di Damocle del cronometro in testa e la fatica nelle gambe. Le insidie del finale, che prevede un arrivo a quota 1.037 metri (la partenza è invece fissata a 295 metri), sono tutte da verificare: per ciascun corridore. Roglic, nelle sfide contro il tempo, ha dimostrato di essere affidabile, ma Pogacar lo è di più sotto molti aspetti, come conferma il titolo di Slovenia conquistato a fine giugno proprio nella prova contro il tempo (l'attuale maglia gialla del Tour si è 'consolato' con il titolo nazionale in linea). Insomma, la prova di domani è incerta e densa incognite. Due gli intermedi che cominceranno a svelarne l’esito: il primo dopo 14,5 chilometri, il secondo dopo 30,3 chilmetri. La salita finale, con pendenze che arrivano al 20%, è pronta a tagliare le gambe di chi non si presenterà nelle condizioni ideali. La strada comincerà a salire dopo soli 5,9 chilometri, arrivando in un primo tratto al 13% di pendenza, poi assestandosi intorno all’11% di dislivello, infine arrivando a toccare la quota monstre del 20%. Una prova per corridori veri, insomma, nella quale sono vietati bluff e dove si è soli contro se stessi, oltre che contro il cronometro. Oggi, intanto, è andata in scena una tappa - la 19/a e terz'ultima - senza grandi sorprese: alla fine se l’è aggiudicata la danese Soren Kragh Andersen, andato in fuga a circa 16 chilometri dal traguardo, con il tempo di 3h36'33». Da Bourg-en-Bresse a Champagnole, su un percorso lungo 166,5 chilometri, il corridore scandinavo ha messo il secondo sigillo in questa edizione della Grande Bloucle, dopo il successo nella Clermont Ferrand-Lione: l’atleta della Sunweb ha preceduto di 53» lo sloveno Luca Mezgec, secondo, e il belga Jasper Stuyven, terzo, entrambi con lo stesso tempo. Nono lo slovacco Peter Sagan e 10/o Matteo Trentin, a 1'02».