Con o senza il direttore d’orchestra la musica è sempre la stessa sul palcoscenico chiamato serie A. E la sinfonia rossonera si ode anche dal loggione, nonostante la bacchetta svedese non detti i ritmi consueti dal campo ma lo faccia dalla panchina. Gli occhi spiritati di Ibrahimovic colmano il gap: non posso giocare? Tanto vale telecomandare il “mio” Milan a suon di sguardi. E così la squadra di Pioli conquista anche lo scalpo della moribonda Fiorentina e la musica continua. Se l’assenza del lìder màximo non diventerà un peso, tra un po’, sarà dura tenere il passo della capolista. Quello che sta compiendo la banda-Pioli ha del miracoloso. Da miracolo a miracolato il passo e breve. Anzi, è lungo, almeno a giudicare dallo scatto del francese Romain Grosjean, sbucato in tempo record dalla capanna di fuoco che lo aveva avvolto dopo il rocambolesco incidente nel Gp del Bahrein. La Formula 1 è tornata ad avere il fiato corto a distanza di anni. Troppi i “martiri” sulle quattro ruote per non pensare al peggio. Ma non era il turno di Romain, che è sbucato via dall’abitacolo infuocato e ha riportato conseguenze minime. Un bacio verso il cielo, perché ha dovuto scomodare più di un santo in Paradiso per beffare la morte. Tornando a rimbalzare sul pallone di casa nostra, un angolino lo merita anche Cosenza-Salernitana. Non perché sia stato un match memorabile. Gara piacevole, per carità, ma non certo balzata all’occhio per qualità o mole di occasioni da gioco. La scena l’ha monopolizzata il quartetto arbitrale che, in tandem con la panchina rossoblù, ne ha combinata un parecchio grossa. Minuto 30’, tripla sostituzione in casa Cosenza: dentro tre e fuori…due. Già, perché per oltre un minuto i padroni di casa giocano in superiorità numerica prima che qualcuno facesse pace con l’aritmetica. La questione si è chiusa salomonicamente con il giallo al centrocampista Ba, reo di aver varcato l’ingresso del campo senza permesso (facendola sotto il naso non a uno, non a due, non a tre, ma a quattro componenti della classe arbitrale, oltre che agli avversari?). In preda al senso di colpa, il giocatore francese ha pensato bene di collezionare la seconda ammonizione dopo pochissimi giri di lancette. E così il Cosenza è passato da dodici uomini a dieci nel giro di un “amen”. Ah, l’importanza del dodicesimo uomo… Finalino off-topic – neanche troppo – dedicato al poker del Napoli contro la Roma. E proprio nel culmine della settimana più difficile per gli amanti del calcio, rimasti orfani di quel dio fatto di carne e ossa. I partenopei hanno omaggiato la memoria di Diego Armando Maradona con un poker alla Roma, azzeccando tutto il “cerimoniale”: gol su punizione di Insigne – il più maradonesco dei giocatori partenopei – bordata di Fabian Ruiz da fuori area in stile pibe de oro, gol di Mertens – il cannoniere più prolifico della storia azzurra – e poker finale di Politano al termine di uno slalom di sudamericane fattezze. Soddisfatto, Diego?