Due leoni in gabbia, con tanta voglia di tornare presto a ruggire. Il Milan dei giovani dovrà vedersela senza i “grandi” del branco nella trasferta di Genova contro la Sampdoria: Ibra ancora ai box per l'infortunio del San Paolo, Kjaer fermo dopo la sfida di Europa League contro il Celtic. Numeri alla mano, il calciatore più grande d'età che dovrebbe scendere in campo a Marassi è Ante Rebic, 27 anni. Seguono Hakan Calhanoglu, classe 1994 e il capitano Alessio Romagnoli, 25 anni. Nessun “enta”. Ma il Milan, anche davanti alle assenze, ha fin qui mostrato voglia, sfrontatezza, capacità di adattamento. E soprattutto un'identità di gioco che permette a Pioli di cambiare le pedine ma non scostare di molto il tipo di approccio tecnico e tattico alla gara. Vedremo se sarà così anche stavolta. Certamente gli infortuni confermano che i rossoneri, per restare in alto, hanno bisogno di rinforzi a gennaio. E in zone del campo specifiche.
Centrale di difesa. Maldini e Massara ci pensano praticamente dalla chiusura della parentesi estiva delle contrattazioni. L'obiettivo numero uno resta il centrale di difesa: in campionato giocheranno Romagnoli e Gabbia, in Coppa? Probabilmente pure. Musacchio e Duarte, quest'ultimo etichettato come “sfortunato” da Maldini, non sembrano pronti ad entrare nelle rotazioni. I due potrebbero presto lasciare Milanello e dunque serve un certo tipo di profilo, probabilmente un marcatore bravo nell'uno contro uno, questo è l'identikit. E' lo stop di Kjaer non fa altro che accentuare l'esigenza di avere quattro centrali alternabili. Seppur l'assetto base resterà con l'ex Palermo e il capitano.
Il play. Altra zona da rimpolpare, assodato che Pioli continuerà a puntare sul 4-2-3-1 garanzia di equilibrio e spinta, è il ruolo di play davanti alla difesa. Kessie al momento è insostituibile, per molti il centrocampista più completo dell'intero campionato. Al suo fianco Bennacer assicura geometrie e dinamismo. Tonali va aspettato, ha sbagliato qualche partita ma ha vent'anni e arriva dal Brescia, giocando peraltro con un altro sistema di gioco. Gli servirà tempo per entrare nei meccanismi, trovare sintonia e raccogliere la fiducia dei compagni, ma la personalità non gli manca. Con il Celtic ha giocato lì Krunic, ma l'esperimento non può dirsi riuscito per una mezzala che Pioli piazza ovunque come un jolly, forse proprio perché nel modulo disegnato l'ex Empoli non trova una sua collocazione naturale. Ecco, serve il quarto per le rotazioni. Con caratteristiche ben definite: alla Bakayoko, probabilmente. Cercato e poi sfumato.
La prima punta. Ultimo tassello, abbastanza noto. Il vice Ibra. Finora, così come l'anno scorso, in assenza dell'inimitabile svedese ha sopperito Rebic. Che però, complice il problema al gomito di inizio campionato, non è riuscito a confermarsi sui livelli esplosivi dello scorso anno. C'è il giovane, apparentemente ancora acerbo, Colombo. Che il suo lo fa ma non gli si può chiedere di essere Ibra (a nessuno, figuriamoci a lui). Serve un ariete di riserva. Alla Petagna o alla Okaka. Un profilo strutturato fisicamente, che giochi per la squadra e la sappia buttare dentro quando serve. E non ingombri la figura, accettando si stare spesso fuori.
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