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Gattuso, l'influencer alla rovescia che tanto ci piace: tutte le frasi memorabili di Ringhio - GALLERY

Se non fosse per il Boxing Day di matrice britannica e per il campionato di serie B l’ultimo weekend di questo “pazzo” 2020 sarebbe passato in sordina. E invece, in un modo o nell’altro, la sfera ha continuato a rotolare. Non dappertutto, ma lo ha fatto. A rimanere impresse, però, nell’ultima settimana, resteranno le parole pronunciate da Rino Gattuso al termine di Napoli-Torino. Uno spot in controtendenza con i messaggi in voga oggi: che provengano da esangui silhouette o da sguaiati tatuati fa poca differenza. L’essere prima dell’apparire è merce rarissima, che non cresce più nel giardino mediatico. Nell’era in cui anche un Tik-Tok deve essere eseguito alla perfezione per non “sfigurare”, ciò che è brutto, non è perfetto e si discosta dalla “normalità” viene punito con l’indifferenza e con l’emarginazione.

Distanza siderale

Gattuso da Corigliano Calabro è lontano anni luce da questa realtà virtuale, intrisa di apparenza – appunto – e povera di sentimenti, di veracità. Un uomo viscerale come lui, figlio di una terra abituata a scavare anche laddove da scavare è rimasto poco. Un “caratteriale” che ha forgiato la sua corazza in riva allo Ionio, potenziandola nel cuore della Gran Bretagna, lontano da chi gli ha aveva insegnato a vivere. La faccia di “Ringhio” non ha mai riempito rotocalchi o è venuta buona per spot televisivi (se non a difesa della propria Terra). Tanto appariscente e “presente” sul campo di gioco, quanto schivo lontano dalle luci dei riflettori. Perché si può essere da esempio anche senza sbandierare la propria attitudine alla beneficenza o all’amore per i giovani. Aver creato una scuola calcio per i pargoli del territorio coriglianese, aver dato lavoro a tanta della gente calabrese e offerto prospettive a chi ne aveva poche poche, è l’aspetto più bello di chi “bello” – secondo i canoni estetici moderni – non lo è, non lo è mai stato e non lo vuole essere. Eppure, a più riprese, ha bucato il teleschermo diversamente.

La frase che “guasta” il trash

L’ultima uscita, appunto, è di quelle da fare tremare gli influencer più cliccati della nostra epoca: «Soffro di una malattia autoimmune, la miastenia. Sono 10 giorni che non sono me stesso e voglio dirlo a tutti i ragazzini che hanno paura quando hanno un qualcosa di strano e non si vedono bene allo specchio: la vita è bella e bisogna affrontarla senza paura, senza nascondersi». La sostanza c’è e basterebbe solo quella. Ma è la forma, il modo quasi scanzonato di raccontare il proprio dramma e l’averci messo la faccia, seppur deformata dalla malattia, ad aver fatto centro. Gattuso è uno dei più grandi influencer della nostra epoca. Per fortuna.

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