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Tennis, è ufficiale: Federer salta gli Australian Open

Il campione svizzero non ha ancora recuperato bene dal doppio intervento al ginocchio

Roger Federer

L'euro non era stato messo in circolazione, le Torri Gemelle e l'America non avevano ancora vissuto il terribile 11 Settembre e il coronavirus sarebbe venuto a galla solo... 20 anni dopo. Si presentava così, il mondo, nel 2000, ovvero quando Roger Federer partecipava per la prima volta a un torneo del Grand Slam: gli Australian Open. A distanza di quattro lustri, il campione svizzero ha alzato bandiera bianca e, per la prima volta da quando ha smesso i panni di Junior per indossare quelli da Maestro, non prenderà parte allo Slam che inaugura la stagione.

La doccia fredda, gelida per i sostenitori del campione svizzero, è arrivata nella notte europea. Ad annunciare il forfait del tennista elvetico sono stati gli stessi organizzatori della kermesse australiana: Federer out. Una finestra di speranza sulla partecipazione di Federer agli Australian Open si era spalancata nelle settimane passate, soprattutto alla luce del rinvio dello Slam. Ma evidentemente il surplus in termini di tempo non è stato sufficiente.

I veri obiettivi

La scelta di Federer, però, sorprende davvero poco, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del campione svizzero che, in occasione di una cerimonia di premiazione di fine anno, aveva ammesso candidamente che la partecipazione agli AO sarebbe stato possibile solo qualora non avesse avvertito alcun tipo di fastidio fisico. Un perfezionista come RF, che per guadagnarsi l'eternità nel gotha dello sport evidentemente sa il fatto suo, non lascia nulla al caso. Una sua avventata presenza in Australia, inoltre, avrebbe rischiato di compromettere il cammino verso la tanto anelata “tripletta” che precederà la conclusione della carriera: Wimbledon, Olimpiadi e Us Open. Solo dopo aver preso parte alle passerelle da lui preferite potrà concludere una storia fantastica, che resterebbe anche se dovesse arrivare lontano dal podio delle tre competizioni. Ma non diteglielo, perché nella testa dello svizzero c'è solo un risultato. Ancora oggi, anche a 39 anni. Ecco perché salutare per sempre gli Australian Open gli pesa tantissimo.

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