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Giro d'Italia, ottava tappa al francese Lafay. Valter sempre in rosa, si ritira Ewan

Una tappa interessante, ma per comprimari. Può essere riassunto così quanto è accaduto oggi al Giro d'Italia, dove il 25enne francese Victor Lafay, autore dell'allungo decisivo, ha colto il successo più bello della carriera imponendosi per distacco sul traguardo di Guardia Sanframondi.

Ci è rimasto male Francesco Gavazzi, undici anni in più del rivale, che è ancora lì che lotta e si batte in cerca di traguardi di giornata. Il colpo stava per riuscirgli, ma il francese lo ha preceduto scattando, e poi andandosene, prima di lui, e dopo aver raggiunto e staccato Giovanni Carboni, battistrada fino a quel momento e alla fine quinto. Detto che l'ex specialista della mountain bike Attila Valter ha conservato la maglia rosa e che Remco Evenepoel è sempre lì, a soli undici secondi dal leader, va sottolineato che questa tappa è stata caratterizzata anche dal ritiro di Caleb Ewan, finora due volte vincitore di giornata ma costretto a fermarsi per i dolori a un ginocchio (ora proverà a rifarsi al Tour e alla Vuelta, visto che quest'anno vuole correre in tutti e tre i grandi giri), e da una scivolata di Nibali.

"Per la squadra il Giro sta andando bene, per me invece era già iniziato in salita. Oggi me ne sono successe di tutti i colori. Prima ho forato e ho cambiato la bici. Poi sono scivolato in una curva, ho un po' di escoriazioni. Purtroppo quando deve andare così non puoi fare niente", il commento del siciliano. Scatti e controscatti e una prima ora di gara percorsa a velocità folle hanno caratterizzato questa frazione, fino alla fuga materializzatasi in un tratto di pianura. Nove i corridori andati all'attacco: Alexis Gougeard, Giovanni Carboni, Nelson Oliveira, Victor Lafay, Francesco Gavazzi, Kobe Gossens, Niklas Arndt, Fernando Gaviria ai quali, poco dopo, si è accodatoento si è accodato Victor Campenaerts. Il resto del gruppo non si è dannato l'anima per inseguire, e il gruppetto dei nove ha guadagnato fino a otto minuti di vantaggio grazie anche ai cambi regolari. Così i fuggitivi si sono resi conto che da loro sarebbe uscito il vincitore di tappa e hanno cominciato a darsi battaglia. In particolare Carboni e Campenaerts hanno provato ad anticipare la salita finale, ma da dietro è partito Lafay che li ha ripresi, staccati e poi si è imposto a braccia alzate. Domani ci sarà da divertirsi, con una nona tappa, da Castel di Sangro a Rocca di Cambio, che promette spettacolo e con 4 Gran premi della montagna, 3.400 metri di dislivello e praticamente senza un metro di pianura. A rendere ancor più difficile la vita ai corridori sarà un chilometro di sterrato: come dire che coloro che vogliono vincere questo Giro dovranno darsi da fare, per non perdere terreno

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