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Fiorentina, l'idillio calabrese Gattuso-Commisso è già finito. Quei ricatti del mercato

Il presidente americano si è ribellato, dando un segnale forte, equiparabile a quello che il Milan, non molto tempo fa, aveva dato al suo giocatore più rappresentativo, Gigione Donnarumma, e al suo manager

Le suggestioni di una Fiorentina protesa verso il riscatto nel segno della calabresità sono durate lo spazio di un mattino. Si erano cercati e trovati, Rocco Commisso e Rino Gattuso, ma il primo non aveva fatto i conti con il “terzo incomodo”, che poi è quasi l’assoluto protagonista di questa vicenda che diventa emblematica di tutto quello che oggi è il pianeta calcio: il potentissimo procuratore portoghese Jorge Mendes. Sono quattro o cinque gli uomini di questa “Cupola”, da Mino Raiola a Ramadani, e Mendes è uno di questi. Fanno affari milionari su ogni passaggio da una squadra all’altra, con le loro commissioni decidono le sorti della carriera di un giocatore ma sono diventati talmente influenti da entrare nella vita dei Club, dettandone strategie e campagne acquisti e cessioni.

La ribellione di Commisso

Commisso, il presidente americano della Fiorentina, si è ribellato, dando un segnale forte, equiparabile a quello che il Milan, non molto tempo fa, aveva dato al suo giocatore più rappresentativo, Gigione Donnarumma, e al suo arrogante manager, re Mida-Raiola. Si dice – lo stanno ripetendo anche illustri giornalisti, oltre che gran parte della tifoseria viola, sconcertata per gli eventi – che Commisso ha sbagliato, perché prendendo Gattuto sapeva che si sarebbe messo in casa anche il suo procuratore. Ma che ragionamento è questo? La Fiorentina aveva scelto Gattuso, Gattuso aveva detto sì alla Fiorentina, mica c’era scritto che tutti i giocatori da acquistare in questa sessione estiva dovessero essere della scuderia dell’agente portoghese, ai prezzi e alle condizioni dettate da Mendes. Scegliere un tecnico significa consegnarsi allo strapotere di un procuratore? E poi quando su Report va in scena la “mafia” di questi uomini senza più limiti né scrupoli, tutti a scandalizzarsi, a dire che il calcio è marcio, che le regole vanno cambiate. Ma poi le cose vanno scoprendosi subito, tanto è vero che in serata, a distanza di poche ore dal clamoroso divorzio, si vocifera di un accordo già raggiunto da Gennaro Gattuso con il Tottenham. E allora torna il detto andreottiano, a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina. E, dunque, nei casi Gattuso e Donnarumma, andrebbe detto e scritto che le società hanno fatto benissimo a non sottostare al ricatto. Dispiace solo che la Viola calabra sia sorta e tramontata nel breve volgere di un sogno d’estate.

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