La stella era già nata, aveva solo bisogno di brillare nell’ultima corsa Monumento della stagione. Tadej Pogacar ribadisce di avere le stimmate del fuoriclasse e infila nella sua già ricca bacheca anche la 105esima edizione de Il Lombardia, la classica delle foglie morte di 239 chilometri con partenza da Como ed arrivo nel centro di Bergamo. A soli 23 anni, lo sloveno della Uae Emirates, al suo 13esimo centro stagionale, chiude con il botto un 2021 che lo aveva già visto conquistare la Liegi-Bastogne-Liegi e il suo secondo Tour de France consecutivo, oltre al bronzo nella prova olimpica in linea a Tokyo. Un fenomeno, dunque, che se n'è andato solitario sull'ultima salita, dopo il secondo scatto dello "squalo" Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) che era servito a fare selezione. Il messinese, fresco vincitore al Giro di Sicilia e prossimo al passaggio all’Astana, non era poi riuscito ad arginare lo strapotere di Pogacar, al quale però si ricongiungeva, a discesa finita, un bravissimo Fausto Masnada (Deceuninck-Quickstep), che sulle strade di casa riusciva a recitare un ruolo da protagonista. "Sapevo che avrebbe colmato il divario in discesa e che non avrebbe collaborato", ammette appena dopo il successo Pogacar, la cui volata è così imperiale da non ammettere repliche. Il bergamasco, classe 1993, sa di giocarsi l’occasione della vita ma nulla può contro un Pogacar in formato gigante. Il sogno di un bis per l’Italbici dopo l’impresa di Sonny Colbrelli alla Parigi-Roubaix si spegne sul nascere. Il gruppo dei più immediati inseguitori giungeva con un ritardo di 51" e veniva regolato allo sprint dal britannico Adam Yates (Ineos Grenadiers), capace di mettersi alle spalle l’altro sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma), l'eterno spagnolo Alejandro Valverde (Movistar) e il bi-iridato francese Julian Alaphilippe, comunque soddisfatto per la piazza d’onore del suo compagno di squadra. Nibali, primo al Lombardia 2015 e 2017, terminava con il 13esimo posto e la consapevolezza di aver ancora tanto da dire tra i big del gruppo.