Si chiude il 2021 con l’Italia campione d’Europa. Prima di salutare l’anno, il ct della Nazionale, Roberto Mancini, ha ripercorso la cavalcata azzurra all’interno dello speciale The Final Week, in onda sui canali Sky Sport e disponibile on demand. "Non è stato facile, i ragazzi erano più di 26 che meritavano di venire all’Europeo - ha spiegato l’allenatore dell’Italia - Sono stati momenti anche abbastanza difficili per scegliere e dover lasciare a casa qualche ragazzo, ma abbiamo cercato, per quello che era il nostro pensiero, di provare a portare giocatori che potevano ricoprire più ruoli perché comunque avere giocatori polivalenti potava essere meglio per certe situazioni". "Credo sia stato costruito un gruppo nel tempo e consolidato nelle settimane a Coverciano - prosegue l’ex mister di Lazio, Fiorentina e Inter - Quando poi sei lì, si sta bene, si lavorava bene, abbiamo preparato, nonostante i giorni non fossero poi così tanti, l’Europeo molto bene, con tranquillità. Sapevamo che avremmo potuto fare un grande Europeo, però sapevamo anche che per arrivare fino in fondo bisognava fare qualcosa di più".
Il segreto della vittoria
"È stato importante perché le cose stavano andando bene. C'era una buona armonia e il fatto che non potessimo, anche dopo la fine del girone, dare ai ragazzi due giorni liberi per via della bolla, ci siamo inventati queste cene un po' di libere, dove i ragazzi si divertivano e per un pò non pensavano all’allenamento". Italia-Belgio è stata anche la partita dell’infortunio di Spinazzola: "Nota stonata di quelle sera, ma gli infortuni sono problemi per tutte le squadre. Chiaro che per Spina ci è dispiaciuto molto perché fino a quel momento era stato sicuramente il miglior terzino dell’Europeo. Fare a meno di lui non è stato così semplice, anche se Emerson ha fatto benissimo nelle partite in cui è subentrato". Agli ottavi arriva l’Austria. "Sapevamo che era una squadra difficile da incontrare, la prima poi è sempre la più difficile, loro erano in ottima forma ma abbiamo meritato di vincerla. Vincerla è stato un pò come una liberazione". Dopo la vittoria col Belgio, arriva la Spagna in semifinale. "La Spagna era una squadra difficile da affrontare che ha un tipo di gioco che ti mette in difficoltà, un grande possesso palla, su questo è la migliore. Siamo andati in difficoltà anche un pò per questo. E forse quel giorno loro hanno fatto la loro miglior partita del torneo".
La felicità di 10 milioni di persone
L'Italia ha vinto l’Europeo, dopo quello del '68. "Abbiamo fatto una cosa straordinaria, facendo felici milioni di persone e credo che questa sia la cosa più bella della quale andiamo orgogliosi tutti quanti". Dopo l’Europeo vinto, l’Italia deve ora affrontare gli spareggi per disputare il Mondiale in Qatar: "L'Europeo è alle spalle. Saremo campioni d’Europa per i prossimi tre anni, ma adesso dobbiamo pensare ad altro. Dobbiamo rimboccarci le maniche e fare un grande lavoro a marzo. Ci sono ancora tanti giocatori che sono in una fase di miglioramento e che possono diventare più forti - conclude Mancini - Più forti dell’Europeo perché la nostra è una squadra che può dare ancora tanto".
Parola d'ordine: divertimento
"Io ci credevo perché, al di là di tutto, venivamo da tante partite giocate quasi sempre bene e meritando di vincerle - aggiunge il 'Mancio' - Non avevamo mai subito da nessuna squadra. È vero che le squadre non erano magari nelle prime 10 del ranking, poi però abbiamo incontrato l’Olanda in Nations League ad Amsterdam che comunque è una grande nazionale. Penso che poi quando vinci, vinci e vinci, riesci a prendere forza e a credere nelle tue qualità. E poi anche se le squadre non sono di primo livello bisogna batterle, non è mai scontato. Credo che questo ci abbia dato la forza di arrivare alla prima partita". L’esordio in casa, a Roma, con la presenza del pubblico. "Noi sentivamo la spinta di tutta la nazione, la sentivamo veramente e quindi non volevamo deludere nessuno. Questo era un po' il nostro obiettivo. A Roma si è creato un grande feeling dal primo momento ed ha aiutato tutto il gruppo". La parola 'divertiamoci' è diventata un mantra per la Nazionale: "Per noi era importante arrivare primi nel girone, era quello che volevamo. Chiaramente la seconda diventava fondamentale, battendo la Svizzera probabilmente saremmo arrivati primi. Sapevamo che ci saremmo giocati il primo posto con loro". "Ma sapevamo che sarebbe stata una partita forse più difficile della finale. I rigoristi? Li abbiamo scelti nei giorni precedenti, sapevamo più o meno chi fossero i 5 rigoristi. 7/8 rigoristi sicuri li avevamo sempre". La finale: Italia-Inghilterra, 11 luglio, a Wembley. "Arrivati alla finale non c'era bisogno di caricare più nulla, i ragazzi erano già carichi al massimo. Quel giorno siamo stati sul pullman troppo tempo: più di 50 minuti per arrivare allo stadio. Forse abbiamo preso gol all’inizio proprio perché eravamo un pò imballati dal pullman (ride, ndr). L’Inghilterra è stata brava a fare un’azione subito all’inizio con 70 mila spettatori che li spingevano. Forse noi eravamo un pò freddi all’inizio. Ma ho pensato che c'era tantissimo tempo per recuperare e per vincere. Ero sicuro che avremmo trovato il gol pareggio. Poi speravo di fare il gol del 2-1 prima della fine senza andare di nuovo ai rigori. La partita l'avevamo ampiamente meritata. Speravo di non arrivare ai rigori. La mattina e il giorno prima li avevamo riprovarti, ma un conto è provarli in allenamento, un conto in una finale, ma i ragazzi erano tutti tranquilli".