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Playoff Mondiali, la Polonia non affronterà la Russia. Effetti collaterali della guerra nello sport

Il polacco Robert Lewandowski

La Polonia rifiuta di giocare la partita di playoff con la Russia per le qualificazioni ai Mondiali di calcio in Qatar. Lo annuncia la federazione polacca alla luce dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. La partita è in programma il prossimo 24 marzo a Mosca. «Basta chiacchiere, è ora di agire», ha scritto il presidente della federazione polacco Cezary Kulesza su Twitter aggiungendo che «questa è l’unica decisione corretta» e che sta lavorando con le federazioni svedese e ceca per presentare una posizione comune alla FIFA.

Robert Lewandowski si schiera contro la Russia: Giusto non giocare

"È la decisione giusta! Non riesco a immaginare di giocare una partita con la nazionale russa in una situazione in cui l’aggressione armata in Ucraina continua. I calciatori e i tifosi russi non sono responsabili di questo, ma non possiamo fingere che non stia succedendo nulla". Così su Twitter Robert Lewandowski, attaccante del Bayern Monaco e della nazionale polacca, commentando la decisione della federazione del suo paese di non disputare lo spareggio del prossimo 26 marzo per le qualificazioni ai Mondiali in Qatar contro i russi.

Mateusz Klich: Ci sono cose più importanti del calcio

Ad allinearsi alla decisione anche il centrocampista del Leeds Mateusz Klich: "Non è una scelta facile, ma nella vita ci sono cose più importanti del calcio. Il nostro pensiero va alla nazione ucraina e al nostro amico della nazionale, Tomasz Kedziora, che è ancora a Kiev con la sua famiglia".

Wojciech Szczesny: La mia coscienza non mi permette di giocare

Si è affidato ad un lungo e puntuale post su Instagram, invece, il portiere polacco della Juventus Wojciech Szczesny: "Mia moglie è nata in Ucraina, nelle vene di mio figlio scorre sangue ucraino, parte della nostra famiglia è ancora in Ucraina, molti dei miei lavoratori sono ucraini e sono tutte persone fantastiche. Vedere la sofferenza sui loro volti e la paura per il loro paese mi fa capire che non posso stare fermo e fingere che non sia successo niente - spiega l’estremo difensore -. Nel momento in cui Putin ha deciso di invadere l’Ucraina ha dichiarato guerra non solo all’Ucraina ma anche a tutti i valori che l’Europa rappresenta. Libertà, indipendenza e soprattutto pace". Sul rinvio della gara Szczesny sottolinea che "anche se il mio cuore si spezza mentre scrivo, la mia coscienza non mi permette di giocare. Rappresentare il proprio paese è il più grande onore nella carriera di un calciatore, ma è pur sempre una scelta. Mi rifiuto di giocare contro giocatori che scelgono di rappresentare i valori e i principi della Russia. Mi rifiuto di stare in campo, indossando i colori del mio paese e ascoltando l’inno nazionale della Russia. Mi rifiuto di prendere parte ad uno sport che legittima le azioni del governo russo. So che il mio impatto potrebbe essere solo simbolico, ma invito Fifa e Uefa ad agire e ritenere la federazione russa responsabile delle loro azioni".

 

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