
Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Franco Mancini ma il suo ricordo è ancora vivo e indelebile nei cuori dei tifosi rossoneri. Esattamente 10 anni fa, una notizia tremenda raggelò il sangue degli appassionati di Foggia, Bari, Napoli e Pescara. La morte a soli 44 anni dell' Higuita italiano. All’epoca del decesso, l’ex calciatore ricopriva il ruolo di preparatore dei portieri del Pescara, allora allenato da Zeman.
Soprannominato "l'Higuita italiano" il portiere più all’avanguardia della generazione anni ‘90 . La carriera di Franco partì dal campo in terra battuta del rione “Bottiglione” a Matera. Franco amava giocare in attacco, ma suo fratello Vito intravide le qualità di portiere e quindi, a malincuore, infilò i guantoni. Quando arrivò nella società professionistica del Matera, alcuni avvertirono il preparatore dei portieri Vincenzo Antezza (ex portiere) che Franco era una testa calda, ma invece si dimostrò l’esatto opposto; proprio Vincenzo dichiarerà in seguito di non aver mai dovuto riprendere Mancini se non quando, unica volta, si accese una sigaretta sul pulmino al ritorno da una trasferta. La sua carriera è iniziata nella squadra del Matera, la sua città in cui è nato nel 1968, nella quale ha giocato per due stagioni in Serie C2 (1985/86 e 1986/87). La svolta avviene però a Foggia quando arriva nel 1987, da lì solo successi e applausi per "l'Higuita italiano" che amava il reagge e suonare la batteria.
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