Un 40 a 0 che rischia di passare alla storia per il numero di gol, ma soprattutto per le polemiche. Soprattutto perché in campo c'erano ragazzini della categoria giovanissimi, di 14 e 15 anni. L’arbitro non aveva strumenti in mano (il regolamento non prevede un triplice fischio in questi casi) per fermare la partita. E il risultato è andato a referto. Con la Federcalcio regionale che - come raccontato dal quotidiano "La Nuova Sardegna" - intende approfondire l’argomento per capire che cosa sia successo tra Fanum Orosei e La Caletta (in provincia di Nuoro) e anche nelle precedenti partite. «Dobbiamo stare più attenti ai ragazzini che ai risultati», spiega all’ANSA il presidente regionale Gianni Cadoni.
Le premesse per una gara equilibrata non c'erano. La squadra ospite si è presentata in campo con solo dieci giocatori, con un’età media più bassa di quella degli avversari. Può succedere, a fine stagione. Ma non era una partita qualsiasi. Per conquistare il primo posto del girone la Fanum Orosei aveva bisogno di fare tanti gol, almeno 35. Questo per fare la differenza con la Lupi Goceano di Bono (Sassari), appaiata in testa alla classifica. La settimana precedente la Lupi aveva battuto La Caletta 22 a 0. Punteggio eclatante, anche quello. Ma nell’ultima gara si è andati quasi al raddoppio. Era nell’aria. Le due società avrebbero richiesto, per evitare quello che è poi successo, di effettuare uno spareggio anziché affidarsi alla differenza reti. Ma era anche una sfida al regolamento: impossibile sovvertire le regole in corsa.
«Ancora non abbiamo deciso niente perché stiamo verificando tutto quello che c'è da verificare - le parole del presidente della figc regionale, Gianni Cadoni -. Ho sentito la società La Caletta. E li ho sentiti molto sereni. Questo mi conforta, ma non mi tranquillizza. Cosa si può fare in futuro? Le regole vanno rispettate, ma eventualmente si potrebbero trovare delle deroghe, chiaramente d’accordo con la Lega Nazionale Dilettanti quando si capisce che ci sono situazioni che in qualche modo possono fare male a chi pratica questo sport, soprattutto quando si parla di ragazzini».
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