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Nadal più forte del dolore: "Non so cosa accadrà, mi sto godendo ogni giorno"

L’entusiasmo per la vittoria, l’amore per il "suo" Roland Garros, la voglia di giocare una nuova finale, ma anche i timori per un futuro che, età a parte, è in balia di un dolore cronico al piede sinistro che potrebbe costringerlo alla resa. Dopo quattro ore di combattimento sul campo con l’eterno rivale Novak Djokovic, Rafa Nadal, ha parlato di tutto questo nella conferenza stampa svoltasi in piena notte, quando il buio ha fatto affiorare la preoccupazione per un problema fisico che «per ora non ha soluzione». Il fuoriclasse maiorchino compirà 36 anni proprio venerdì, quando affronterà Alexander Zverev in semifinale e per ora il suo orizzonte si ferma a quel match, anche se il solo pensiero di esserci, di essere riuscito a raggiungerla, gli dà una carica unica. Il dolore continuo al piede sinistro, che lo affligge da anni, lo ha fermato o frenato varie volte di recente, l’ultima proprio a Roma nella sconfitta con Shapovalov, e diventa sempre più difficile da gestire. «Al Foro Italico non avevo il mio medico - ha sottolineato Nadal -. Qui la sua presenza mi aiuta. Sto facendo di tutto per cercare di giocare questo torneo nelle migliori condizioni ma non so cosa può succedere dopo, onestamente. Sono vecchio abbastanza per non nascondere o falsare la realtà: se non riesco a trovare un miglioramento o una piccola soluzione, diventerà super difficile per me. Gli ultimi tre mesi e mezzo non sono stati facili per me, questo è il l’unica cosa che posso dire. Mi sto godendo ogni giorno in cui ho possibilità di essere qui, senza pensare molto a cosa può succedere in futuro». La vittoria sull'eterno avversario resta comunque speciale, nonostante tutte le preoccupazioni, e forse proprio aver di fronte il serbo n.1 al mondo è bastato per superare ogni sofferenza. Ma la rivalità, ha spiegato, non c'è quasi più, almeno sul fronte di 'chi ha vinto cosà, comprendendo anche il terzo tenore, Roger Federer: «Per me non ha molta importanza. Abbiamo fatto cose che prima non erano mai accadute e quindi non importa molto chi finirà con più Slam o chi sia il migliore del storia perché il livello di noi tre è molto simile». Djokovic, da parte sua, ha ammesso la superiorità del maiorchino, sottolineando di non aver notato nessun problema fisico, «ma non sono sorpreso - ha detto - perchè non è la prima volta che gioca al 100% pochi giorni dopo aver a malapena lasciato il campo sulle sue gambe». A proposito di arti inferiori, non pochi degli oltre 15mila spettatori che hanno assistito al match fino all’1 e 15 del mattino hanno dovuto metterli in moto perché a quell'ora era già finito il servizio di metropolitane e autobus. La conseguenza è stata il ricorso massiccio a taxi e Uber, con il risultato di far impennare i prezzi e di lasciare molte persone a piedi in piena notte.

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