L’impresa, il trionfo, il gesto nobile. E’ una triplice vittoria quella che Jonas Vingegaard ha colto nella 18/a tappa del Tour de France 2022, che sarà ricordata come una grande giornata di sport. Il danese della Jumbo Visma nei 145 km di saliscendi sui Pirenei con partenza da Lourdes ha vinto in solitaria in cima all’Hautacam, resistendo a tutti gli attacchi del grande rivale Tadej Pogacar, arrivato al traguardo ad oltre un minuto. Ora il ritardo in classifica del bicampione uscente sulla maglia gialla è di quasi tre minuti e mezzo, tanti per recuperarli nella crono di sabato prossimo, specie nei confronti di un Vingegaard così dominante.
Nell’ultima discesa dal Col de Spandelles, mentre cercava di staccare il rivale, Pogacar è anche caduto ma il danese ha frenato aspettandolo, e la stretta di mano tra i due è stata anche una sorta di passaggio di testimone. Nella successiva salita all’Hautacam, Vingegaard ha accelerato, lasciando indietro Pogacar, sanguinante da una gamba, e andando a prendere il belga maglia verde Wout van Aert, che era in testa fin dall’inizio ma poi ha atteso e lasciato il passo al compagno di squadra, chiudendo al terzo posto, davanti al gallese Geraint Thomas, quarto. Un finale emozionante di tappa, cui ha assistito anche il presidente francese, Emmanuel Macron, passeggero nell’auto del direttore del Tour, Christian Prudhomme. Fino alla caduta, e come successo per tutta la tappa di mercoledì sempre suoi Pirenei, Pogacar aveva messo sotto pressione la maglia gialla cercando a più riprese di staccarlo nella salita di Spandelles ma Vingegaard ha sempre saputo rispondere. Il danese ha tremato quando nella successiva discesa a tutta ha perso l’equilibrio rischiando di cadere. La sorte è stata dalla sua, non perdonando invece poche curve più tardi un uguale errore al rivale Pogacar, finito malamente a terra anche se prontissimoa rialzarsi. Dopo il beau geste di Vingegaard, lo sloveno sofferente al fianco e sanguinante non ha potuto che stare alla ruota della maglia gialla, staccandosi poi inesorabilmente nell’ultima salita. Come accadde a Vincenzo Nibali nel 2014, e all’altro danese Bjarne Riis nel 1996, la vittoria sull'Hautacam è per Vingegaard più di una promessa di trionfo finale. La tappa di domani non dovrebbe comportare rischi, disegnata quasi apposta per uno sprint di gruppo. Sabato invece c'è una crono di 41 chilometri che lascia un filo di speranza a Pogacar ma le conseguenze della caduta odierna rischiano annullarlo in fretta. La maglia gialla, all’arrivo, ha ringraziato i suoi compagni di squadra della Jumbo, «sono stati incredibili», e ha fatto una dedica speciale al belga van Aert, definito «superman». Quanto al gesto con Roglic, ha commentato con semplicità «ci piacciamo, ci rispettiamo, andiamo avanti insieme». Di Parigi, invece, non ha parlato, limitandosi a un prudente: «Mancano due tappe e la cronometro, non ho ancora vinto il Tour».