Nel primo pomeriggio del primo martedì di settembre il Bologna ha comunicato a Sinisa Mihajlovic di essere stato sollevato dall’incarico di tecnico della squadra rossoblù. La decisione è arrivata dopo una riunione fiume, nella quale non era presente il tecnico serbo, a Roma per proseguire le cure, una seduta programmata da tempo. Si chiude dunque dopo tre stagioni complete, sei mesi iniziali e le prime cinque partite di questo campionato, in tutto esattamente 1317 giorni, il matrimonio tra Sinisa Mihajlovic e la città di Bologna, che si è legata particolarmente al tecnico serbo. Gli è stata vicino in questi anni nel quale l’aspetto tecnico si è unito a quello delle sue condizioni di salute. Proprio questa vicinanza, aveva portato il Consiglio Comunale di Bologna a conferirgli la cittadinanza onoraria, titolo che Mihajlovic ha molto gradito. La decisione dell’esonero è stata dolorosa anche tenendo conto delle particolari condizioni fisiche di Mihajlovic che, dopo il trapianto di midollo a causa della leucemia mieloide acuta nell’ottobre 2019, sul finire dello scorso campionato ha comunicato il ritorno della malattia e la necessità di riprendere in maniera costante le cure.
"É stata la decisione più difficile che ho preso da quando sono presidente del Bologna - il commento del presidente Saputo -. In questi anni abbiamo vissuto insieme a Sinisa momenti bellissimi e dolorosi che hanno cementato un rapporto non solo professionale ma soprattutto umano. Mihajlovic ha affrontato con coraggio e determinazione la malattia fin dal giorno in cui volle rendere pubblico, in una commossa conferenza stampa, il suo stato di salute. Da allora, nonostante i ricoveri in ospedale e i pesanti effetti delle cure a cui è stato sottoposto, è sempre rimasto vicino alla squadra, sforzandosi al massimo di essere in contatto con i giocatori, di persona o in collegamento, grazie anche alla professionalità del suo staff. Il club e la città intera si sono stretti intorno all’allenatore in questa difficile esperienza personale, nonostante Mihajlovic abbia sempre preteso giustamente di essere valutato solo per il suo lavoro. Ora, purtroppo, è arrivato il momento di un cambio di guida tecnica: una decisione sofferta che abbiamo dovuto prendere per il bene della squadra e del club. Ma se anche Sinisa Mihajlovic da oggi non sarà più l'allenatore del Bologna, questa società e tutte le persone che la compongono saranno sempre al suo fianco fino alla sua completa e totale guarigione e nel prosieguo della sua carriera".
Tra i nomi per la successione quello più accreditato sembra Thiago Motta. Si è fatto anche il nome di Paulo Sosa ma al momento l’ex Fiorentina parte in quarta fila.
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