Un’impresa d’altri tempi, quelli del ciclismo eroico, ma frutto di una totale superiorità tecnica e mentale. L’olandese Annemiek van Vleuten, 40 anni a ottobre e nonostante un gomito fratturato per una caduta nella crono a squadre di mercoledì scorso, ha completato il suo perfetto 2022 vincendo il Mondiale su strada femminile, a Wollongong, dopo aver conquistato i tre grandi giri, d’Italia, di Francia e di Spagna, e anche Liegi-Bastogne-Liegi. Sul podio è salita anche l'azzurra Silvia Persico, brava a conquistare un bronzo nella volata per il secondo posto alle spalle della belga Lotte Kopecky. Entrambe sorridenti e felici a fianco della fuoriclasse, che lascia il testimone ai campioni che domani si daranno battaglia per l’ultimo e più importante appuntamento del Mondiale, la prova su strada uomini.
Quella di Van Vleuten è stata una lezione di coraggio e intelligenza: partita in contropiede all’ultimo chilometro, l'olandese ha guadagnato sul gruppo un margine sufficiente per giungere fin sull'arrivo, dove non è quasi riuscita ad alzare le braccia per l’infortunio. La volata per il podio ha visto sfiorare l’argento l’azzurra Persico, già bronzo ai Mondiali di ciclocross dello scorso inverno. «E' stata una corsa dura e sulle ultime due ascese ho sofferto tanto ma sono riuscita a riprendere le prime - ha raccontato la lombarda -. Certo non pensavamo al numero di Annemiek, che ha sofferto tanto quanto la sottoscritta in salita. Non avevo le gambe per andarle dietro, e nemmeno le altre. Nella volata ho preso la ruota di Lotte ma non sono riuscita a superarla. La medaglia ripaga del lavoro fatto dalla squadra, un gruppo fantastico, ed è la conclusione di una stagione fino ad oggi molto positiva». Soddisfatto il ct, Paolo Sangalli: «Su un percorso simile non potevamo fare di più di quello che abbiamo fatto, essere sul podio è un ottimo risultato - ha detto -. Silvia è stata brava a resistere nei giri finali, così come Elisa Longo Borghini (decima al traguardo, ndr), che ha provato più volte a lasciare tutte. Poi di fronte ad un talento come quello dell’olandese, può accadere quello che è accaduto oggi». La più incredula per il risultato, in ogni caso, è Van Vleuten: «Non posso crederci. Avrei dovuto portare l’acqua oggi con il gomito rotto. Ed eccomi qui, campionessa del mondo», ha esclamato, mentre la raggiungevano sul traguardo le connazionali Ellen van Dijk, campionessa mondiale a cronometro domenica scorsa, e Marianne Vos, oggi la favorita. «È la mia vittoria più grande, sono passato da un incubo a un sogno - ha continuato -. Non avrei mai immaginato che fosse possibile per me vincere questa gara», ha sottolineato, ricordando di aver preso il via solo per «aiutare le amiche». E invece, ecco l’exploit inatteso ma che chiude adeguatamente un cerchio disegnato da campioni nel giorno dell’addio di Roger Federer e dell’impresa di Marc Marquez, in pole position in Giappone a tre anni e quattro operazioni dall’ultima volta. Domani la rassegna iridata in Australia si concluderà con la prova in linea su strada uomini, con due favoriti su tutti: l'olandese Mathieu Van der Poel e il belga Wout Van Aert. Occhio allo sloveno Tadej Pogacar, al francese Julien Alaphilippe. Outsider l’eritreo Biniam Girmay. E l’Italia? Qualche speranza su Matteo Trentin e Alberto Bettiol.
Caricamento commenti
Commenta la notizia