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Notte fonda Juventus: in Israele la fine di un'era. Il "corto muso" l'inizio del declino

Perdere contro il Maccabi Haifa è stata l'ultima offesa: la scomparsa della Juve dalle mappe dei club che contano, potrebbe segnare la fine di un’era, anche se l’aritmetica lascia ancora delle speranze. L’onta resta. In grave difficoltà in Champions e a -10 in campionato: What else? Ce l’aveva in qualche modo anticipata un tifoso bianconero, che immaginava (e temeva) il crollo della sua squadra del cuore. Ma sul campo del Maccabi, una squadra israeliana senza grandi procedenti calcistici, la disfatta è stata più amara. E siccome le disgrazie non arrivano mai da sole, si è pure fatto male Di Maria. Il tifoso furente aveva semplicemente detto: "Non ci sono più i dirigenti di una volta...". Era l’urlo di dolore di un anziano signore che aveva visto in campo gli assi di una volta: Boniperti, Charles e Sivori; poi Zoff, Tardelli, Platini e Boniek, per fare sol alcuni nomi. Gente che ha fatto la storia del calcio.

"Una volta con l’avvocato Agnelli e il presidente Boniperti - lo sfogo del tifoso - tutti ci rispettavano. Ora la situazione è cambiata". L’ultimo urlo di gioia bianconero è stato quello lanciato al cielo dopo il nono scudetto consecutivo, nel 2020. La partenza di Cristiano Ronaldo ha segnato la fine di un’epoca, in cui in bianconero poteva arrivare anche un semidio del calcio. Anche lui è passato come una meteora: un giorno, il campione portoghese ha preso le sue auto di lusso e se n'è andato. Sono rimaste delle macerie, insieme a debiti e rimpianti. Noi abbiamo vissuto in una Torino diversa da quella d’oggi. Era il 1968 e la Fiat era una potenza e la Juve era la squadra del "padrone" che amava divertirsi col suo giocattolo. A Gianni Agnelli piacevano i giocatori fantasiosi: Sivori, Haller, Platini. Vincere era importante, ma divertirsi lo era molto di più. L’avvocato ogni tanto piombava di mattina al "Combi", il campo d’allenamento guidando la sua 124 e si appartava con l’allenatore di turno per sapere cosa bolliva in pentola.

Raccontano che telefonasse al Trap alle prime luci dell’alba, per essere aggiornato di tutto. Noi non vogliamo fare processi, ma una cosa è evidente: Torino era la "capitale" dell’economia italiana, ora non più. Solo Milano riusciva a tener testa agli juventini: Moratti e poi Berlusconi, negli anni hanno strappato il primato del calcio a Torino. Ma erano dirigenti di altro spessore, ora sono arrivati i proprietari stranieri. Ora i tifosi bianconeri, poco abituati a perdere per mentalità, resteranno molto male per questa sconfitta ingloriosa che prelude a qualcosa di peggio. Se la prenderanno ancora con Allegri. Ma se ne devono fare una ragione. Urge una rifondazione, magari su basi diverse. E' cambiato il mondo, è cambiata l’economia, è cambiato il calcio.

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