Un fallimento sportivo, ma l’uscita dalla Champions League ai gironi avrà ricadute pesanti anche sul piano economico, con una perdita di almeno 30 milioni di euro per i mancati introiti dalla Uefa e dagli incassi. A questo punto diventa fondamentale per la squadra di Allegri difendere il posto in Europa League per cercare di fare un cammino del tutto diverso in quella competizione. Uscire prima degli ottavi, con una partita d’anticipo rispetto alla fine dei gironi, rappresenta uno dei punti più bassi della storia recente dei bianconeri in Europa, che dal 2014 avevano sempre superato almeno il primo ostacolo. E pure per il tecnico è una novità assoluta, lui che aveva sempre raggiunto gli ottavi di finale come risultato minimo. «Ma non chiamatelo fallimento, nel calcio accadono serate come questa e ci sono anche le sconfitte» il punto di vista dell’allenatore subito dopo il 4-3 di Lisbona. Un disastro che porta la firma di Andrea Agnelli, per le clamorose scelte sbagliate dalla società, e di Massimiliano Allegri che ormai da due anni ci sta capendo poco o nulla e sembra rimasto a un'era fa di calcio giocato. "L'eliminazione non arriva questa sera, ma nelle partite precedenti» aveva ancora aggiunto Allegri nel post-partita. E, in effetti, numeri del genere non si erano mai visti: quattro sconfitte in cinque partite: la Juve non aveva mai subito tre gol soltanto nel primo tempo e non aveva mai superato le 10 reti prese nel girone, oltre a non aver mai totalizzato soltanto tre punti. Questi i conti del cammino europeo in Champions, che inevitabilmente provocheranno ripercussioni molto gravi anche sulle casse della società. Piove sul bagnato: inchieste giudiziarie a parte, la Juventus avrebbe avuto bisogno di una stagione al vertice per affiancare il risanamento economico, dopo le pesantissime perdite degli ultimi anni. E’ necessario qualificarsi per l’Europa League. «E' l'obiettivo minimo, ma è ancora tutto da conquistare». Alla Juventus basterà ottenere lo stesso risultato del Maccabi Haifa nell’ultimo turno fissato per mercoledì prossimo per precedere gli israeliani e chiudere al terzo posto. Tra la Juve e il terzo posto del girone c'è ancora il Paris Saint Germain, che verrà a Torino per cercare di fare risultato: Messi e compagni, infatti, si giocano a distanza il primo posto con il Benfica, impegnato in Israele. La buona notizia per Allegri è rappresentata dall’assenza di Neymar, fermato per un turno causa squalifica, anche se dall’infermeria della Continassa non uscirà nessuno. Prima di mercoledì prossimo, però, la Juventus avrà l’esame di Lecce: anche quella è una partita da non fallire, i bianconeri devono proseguire la rincorsa al quarto posto in campionato. E’ ancora presto per parlarne, ma un eventuale fallimento in vista della prossima Champions League è una prospettiva quasi catastrofica.
Fondi Juve: il nodo dei 19 milioni extra a Ronaldo
Capacità «delinquenziale». La procura di Torino spende anche questo aggettivo per sostenere, nelle carte dell’inchiesta sui conti della Juventus, la sua richiesta di misure cautelari per i vertici del club. Un gip, lo scorso 12 ottobre, ha detto di no e i pubblici ministeri hanno presentato un ricorso: se ne riparlerà davanti al tribunale del riesame. Ai sedici indagati, tra cui il presidente Andrea Agnelli e il numero due Pavel Nedved, sono contestati i presunti trucchi contabili - a cominciare dalle plusvalenze artificiali - che hanno accompagnato i bilanci approvati fra il 2019 e il 2021. Nell’opinione degli investigatori c'è però una spada di Damocle che potrebbe pendere anche sull'esercizio successivo. Si tratta, a loro giudizio, di 19 milioni di euro che mancherebbero all’appello. Soldi riconducibili ai rapporti della società bianconera con Cristiano Ronaldo per quel che riguarda la 'manovra stipendì del 2020-2021. La Juventus, in base a quel che si ricava da una 'side letter' (una integrazione redatta a margine dell’accordo) si sarebbe impegnata a versare 19 milioni a Cr7 anche in caso di trasferimento. Ma dell’eventuale passaggio di denaro non c'è traccia. Il calciatore non è indagato. La procura ha attivato sin dallo scorso aprile una rogatoria in Inghilterra per ascoltarlo come 'persona informata sui fattì che finora non ha avuto esito. I pubblici ministeri sono convinti che la dirigenza bianconera abbia diffuso consapevolmente «notizie false» sulla prima 'manovra stipendì, adottata nel marzo del 2020 sull'onda dell’emergenza Covid. A dimostrarlo ci sarebbero le chat fra i giocatori. Il capitano, Giorgio Chiellini (non indagato), ad accordo raggiunto informò i compagni che il comunicato della società avrebbe contenuto informazioni diverse e raccomandò di non parlarne con la stampa.