La Juve e l'addio di Agnelli: la palla a John Elkann. La battaglia sotterranea, spazio a Del Piero
Prima di dimettersi in blocco, il Consiglio di Amministrazione della Juventus ha conferito l’incarico di direttore generale a Maurizio Scanavino, attuale Amministratore delegato e direttore generale del gruppo editoriale Gedi. Una decisione presa, spiega il comunicato, «al fine di rafforzare il management della Società». Torinese, 49 anni, Scanavino è molto vicino a John Elkann, numero uno di Exor, la holding degli Agnelli-Elkann che è l’azionista di maggioranza, tra le altre, della stessa Juventus, di Stellantis e di Ferrari. Si chiude male il primo secolo di presidenze Agnelli della Juventus. Era il 1923 quando il papà dell’Avvocato, Edoardo Agnelli, iniziò la dinastia. Ora il bisnipote Andrea deve lasciare sull'onda di indagini giudiziarie che nemmeno ai tempi di calciopoli arrivarono ad azzerare il vertice dei bianconeri. Oggi come allora, è John Elkann la figura di riferimento per il mercato azionario - la Juventus è infatti quotata in Borsa - ma soprattutto per il popolo dei tifosi. Una lunga battaglia sotterranea si è consumata in queste settimane, tra Exor che detiene il 63% della Juventus, e Andrea Agnelli che è anche consigliere d’amministrazione di Stellantis, la partecipazione più importante della holding. Si rincorrono da tempo i boatos torinesi, secondo cui i due avrebbero praticamente interrotto ogni rapporto, e John di Juventus non parla mai, o quasi. In realtà, nella lettera agli azionisti Exor inviata questa primavera, dopo molto tempo, si era tornati anche a parlare dei bianconeri ma in toni non trionfalistici. Un primo campanello di allarme fu quello, ma sono state le indagini della procura di Torino, con le perquisizioni e la richiesta di arresto non confermata in fase di esecuzione dei provvedimenti, a far saltare il banco. Si è cercato di nascondere sotto il tappeto sia il tema delle plusvalenze su 10 operazioni, sia quello degli stipendi tagliati e gestiti in maniera opaca per far quadrare i conti. L'accelerazione di queste ore è grave anche perché arriva a meno di 48 ore da un investor day Exor che si svolgerà mercoledì. Inevitabile che azionisti e analisti vorranno vederci chiaro. Intanto già domani si capirà di più. Certamente si apre ora una fase nuova in casa Juventus. Difficile si punti su Alessandro Nasi, che certo ha i titoli professionali e familiari per essere reputato all’altezza, ma ha anche il "fardello" di una fede granata pubblica e mai rinnegata. Servirà al vertice una figura di garanzia, che rassicuri mercati e tifosi. John Elkann potrebbe accettare. Ma si potrebbe scegliere anche un grande ex, Alessandro Del Piero tra tutti appare l’unico in grado di reggere l’onda d’urto, Chiellini è invece invischiato nella vicenda degli stipendi. Ci sarebbe poi Evelina Christillin, membro dell’esecutivo dell’Uefa, molto critica con la gestione di Andrea Agnelli specialmente dopo la vicenda della Superlega, che lei apertamente rinnegò. Proprio come Lapo Elkann. Oppure John Elkann potrebbe pescare dal bacino dei manager dei gruppi di famiglia, competenze e professionalità abbondano. Profili, però, forse più adatti a ricoprire ruoli esecutivi, come quello di un vero ad con pieni poteri, com'è Benedetto Vigna in Ferrari. Perché di certo i conti sono disastrati. Dopo due aumenti di capitale, prima l’operazione Cristiano Ronaldo e poi il Covid hanno dissestato i bilanci in modo che per ora non viene nemmeno quantificato. La Juventus, in questo momento non è più una preda ambita dal mercato, troppi i debiti e le lacune contabili, per poterla vendere a breve. Il calciomercato, anche in ragione del fair play finanziario della Uefa, sarà a singhiozzo. La rivoluzione tecnica, tanto attesa, appare lontana. E questo i tifosi temono più di tutto.