La Juventus ha richiesto lo spostamento del processo. Il club bianconero ha infatti presentato un’istanza alla Procura generale di Cassazione di Roma per chiedere il trasferimento di competenza da Torino a Milano. Questa mossa sarebbe dettata dal fatto che il reato più grave contestato, ossia quello di manipolazione del mercato azionario, si sarebbe consumato proprio nel capoluogo lombardo – sede della Borsa. L’alternativa resta quella di spostare il processo a Roma.
Intanto una cosa mette d’accordo tutti: nella giustizia sportiva e in particolare nel caso Juve, serve una risposta celere. A spazzare via le ombre di nuova Calciopoli, però, ci pensa il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, perché «esprimere ora un giudizio sarebbe intempestivo», ma commentando quanto sta accadendo in casa bianconera aggiunge anche come la Juventus «probabilmente non rimarrà il solo club». Una situazione «che ci permetterà di fare pulizia» ha poi proseguito il titolare del dicastero che a quattro settimane dal suo insediamento ha già visto emergere diversi casi sul tavolo. Dalla Curva dell’Inter allo scandalo nella Federginnastica, passando per l’arresto di Rosario D’Onofrio e ora le indagini sulla Juventus. «Dopo i fatti di quest’ultimo mese da quando siamo al governo, la gente si rivolge a noi cercando luce e speranza, chiede chiarezza, pulizia e anche di restituire un pò di onore a questo mondo che ha radici profonde», precisa Abodi.
L'obiettivo è dare nuova credibilità al sistema, ma senza incappare nella fretta perché «il tempo è prezioso, ma non vorrei che ci perdessimo dietro qualcosa». Per questo sarà fondamentale il ruolo e il lavoro che le due procure stanno svolgendo, a cominciare dal caso specifico che ha coinvolto il club bianconero. Da una parte la giustizia sportiva, dall’altra quella ordinaria, con il diktat di Abodi che è chiaro: «Dobbiamo comprendere cosa sta accadendo, dando risposte all’opinione pubblica. Chi sta lavorando deve accertare i fatti e io sono convinto che le valutazioni da un lato consentiranno di comprendere la natura del fenomeno collegato a quanto successo negli ultimi due anni e mezzo, dall’altro di accertare eventuali responsabilità di fronte alle quali dobbiamo attendere che la giustizia dello stato e dello sport facciano velocemente il loro corso». La presentazione del nuovo volume del codice di giustizia sportiva della Figc a cura dell’avvocato Viglione ed edito da Giuffré Francis Lefebvre, si è trasformato poi anche in un confronto vis a vis tra Abodi e Gravina a Palazzo H, ma lontano da telecamere e microfoni. I due sono rimasti a colloquio per circa mezz'ora per un «un incontro che era previsto» dice al termine il ministro. «Come detto stiamo affrontando le tematiche nel complesso. Ce ne stiamo occupando con serietà e visione d’insieme. Io amerei tanto farlo con un tavolo istituzionale e non a strappi» è poi l’ultima proposta dell’esponente di Governo, perché sul banco non c'è solo la rateizzazione delle tasse per i club di A e sulla quale anche Casini è tornato ("tutte le società vogliono pagare, si tratta solo di farlo in modo ragionevole"), ma c'è anche il tema legato alla legge Melandri (è al vaglio la vendita dei pacchetti tv a cinque anni e non più a tre), la tutela dei marchi, incentivare le infrastrutture e come affrontare il tema legato al diritto delle scommesse «perché in quest’ultimo caso ci sono delle sperequazioni che indeboliscono il calcio italiano rispetto ai competitor europei».
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