Uno spettro si aggira su Guardiola: la Champions League. L'allenatore catalano ha ribadito l'assunto per cui si ha uno status internazionale nel momento in cui si alza la Coppa dalle Grandi Orecchie. «Per essere un grande club devi vincere questa competizione». L'ex tecnico del Barcellona vuole zittire i critici, ma avrà di fronte un'Inter agguerrita che venderà cara la pelle. Inzaghi e i suoi giocatori vogliono ribaltare i pronostici della vigilia che, secondo molti bookmakers internazionali, li danno a ben 6 volte e mezzo la posta rispetto ai Citizens, quotati a 1.50. Pronostico troppo sbilanciato a favore di questi ultimi, che non rispecchia appieno i reali valori espressi in campo durante la stagione. L'Inter avrebbe certamente meritato una considerazione migliore da parte degli allibratori. Guardiola vuole sfatare il tabù Champions, sfiorata due anni fa nella finale di Oporto contro il Chelsea. In quel caso i londinesi imbrigliarano i mancuniani, i quali effettuarono il primo tiro della partita con Marhez soltanto al 96esimo minuto di gioco. L'allenatore ex Bayern Monaco cerca di sollevare la Coppa a dodici anni dall'ultima volta, quando a Wembley il suo Barcellona dominò un inerte Manchester United. Nel 2009, sempre contro lo stesso sfidante, Pep vinse la sua "Prima". I critici da ammutolire sono tanti: l'esperienza non fruttifera dal punto di vista europeo con il Bayern Monaco e queste prime sette stagioni alla guida del City senza mettere in bacheca la Champions hanno un po' ridimensionato l'alone di mito venutosi a creare in seguito ai trascorsi catalani. Nonostante i 5 successi ottenuti nelle ultime 6 edizioni della Premier League (risultato incredibile in un campionato così tanto competitivo), rimane insoluto il rebus Champions. «Vincerla sarebbe un sogno. E rappresenta anche un'ossessione» ha detto il tecnico alla vigilia della sfida. Per il City è sicuramente un sogno, in virtù del fatto di non aver mai alzato questo trofeo. Per Guardiola è certamente un'ossessione. «Ci rendiamo perfettamente conto dell’importanza di questa competizione, e quindi di questa finale - dice Guardiola - e siamo concentrati su quanto dovremo fare. Ho studiato a lungo le partite dell’Inter, cercando di capire e conoscere nel miglior modo possibile. Ma ciò che conterà sarà la nostra prestazione, il cercare di fare del nostro meglio, di giocare nel miglior modo possibile, e ciò farà la differenza». E consacrerà finalmente il Manchester City anche in Europa, per la "disperazione" dei "cugini" dello United che finora sul fatto che i Citizens non siano mai diventati campioni d’Eropa hanno scherzato a lungo. E poi anche lo Sceicco Manosur vorrebbe quel trofeo finora solo sfiorato, cercando nel frattempo di capire se le oltre 100 capi di imputazioni che pendono ancora sul City, accusato di aver reiteratamente violato le regole finanziarie , avranno un seguito fra i confini inglesi. «Analogie con la finale persa due anni fa? - dice il tecnico -. Da quella partita con il Chelsea sono successe tante cose, e sarà un’altra partita. Quella volta preparammo delle cose che poi in campo non funzionarono, oggi i miei mi sembrano veramente pronti e nel gruppo avverto un feeling positivo. Ho grande rispetto per l'Inter, ma siamo pronti». Inevitabile una battuta sul peso del pronostico, sbilanciato a favore dei campioni d’Inghilterra. «Non posso controllare cosa dicono o pensano le persone - dice Guardiola -. Tutto dipenderà da noi e dall’Inter. La squadra più forte sarà la vincitrice: se alzerà la coppa, l’Inter sarà più grande del City. Conta solo la partita. Quale sarà la chiave per vincerla? Sono tante, perché l'Inter è una squadra abituata non solo a difendere». «C'è la convinzione che le squadre italiane sappiano solo difendere, ma l'Inter sa fare tante altre cose - spiega il manager del City - Acerbi, Darmian, Bastoni e Onana sono molto efficaci nel far ripartire la squadra. E tutti gli attaccanti, da Lautaro a Correa, sanno essere pericolosi. L’Inter ha la capacità di tenere la palla e di finalizzare, sa attaccare dal centro e dalle fasce. Cercheremo di difendere il meglio possibile, sia alti che bassi». Altrimenti potrebbe esserci la sorpresa, e il City dovrebbe ingoiare un boccone terribilmente amaro.