Ancora una volta Bagnaia, ancora una volta Ducati, ancora una volta Italia: il mondo azzurro delle due ruote fa festa con Pecco e tutta la casa di Borgo Panigale, dopo il secondo titolo di Campione del Mondo di MotoGp centrato dal pilota torinese. Tutto ciò in virtù della vittoria conquistata da "Nuvola Rossa" nel Gran Premio di Valencia, ma soprattutto della caduta del grande rivale Jorge Martin (Ducati Pramac) nel corso del sesto giro.
Un trionfo speciale per il classe 1997, assolutamente meritato dopo aver dimostrato ancor più maturità rispetto all’anno scorso, quando fu lui a mettere a segno una grande rimonta ai danni di Fabio Quartararo. Ha dovuto anche stringere i denti e spingere il cuore oltre l’ostacolo dopo il grande spavento di Catalogna, con quel terribile incidente che oltre a mettere a rischio il titolo avrebbe potuto avere riscontri ben più gravi di un 'semplicè infortunio. E invece sul trono c'è ancora lui, sul trono c'è ancora Francesco Pecco Bagnaia.
Bagnaia ha vinto il gran premio di Valencia, classe MotoGp e si è laureato campione del mondo per il secondo anno di fila. Il testa a testa tra il piemontese della Ducati e Jorge Martin è durato appena sei giri, fino alla caduta dello spagnolo della Pramac. Completano il podio le Ducati di Fabio Di Giannantonio e Johan Zarco.
Maverick Vinales (Aprilia) era stato sanzionato di tre posizioni in griglia per non aver rispettato la bandiera nera con disco arancio. Il pilota spagnolo non si è fermato nell’immediato come previsto da regolamento ed è ritornato ai box. Con questa penalità Pecco Bagnaia (Ducati Lenovo) è partito dalla pole position, con secondo Johann Zarco (Ducati Prima Pramac), terzo , invece, Jack Miller.
Vincere non è mai facile, confermarsi è ancora più complicato. E Pecco Bagnaia e la sua Ducati GP23, dodici mesi dopo quello storico trionfo atteso 15 anni, possono festeggiare ancora.
Se il titolo del 2022 è stato quello del lungo inseguimento, con una leggendaria rimonta sui 91 punti di vantaggio di Fabio Quartararo a metà campionato, quello di quest’anno può definirsi come il Mondiale della maturità. La casa di Borgo Panigale si è confermata come la padrona incontrastata della classe regina, complice il declino di Honda e Yamaha e una Aprilia che non è ancora riuscita a fare l’ultimo passo: non è insomma un caso che a contendere la vittoria fino all’ultimo sia stato un altro pilota in sella a una Desmosedici, Jorge Martin. Ma l’aver vinto nella passata stagione è stato probabilmente un plus decisivo per il 26enne pilota torinese, che al di là di qualche sbavatura ha saputo districarsi con saggezza e intelligenza lungo l’arco di tutto il campionato. Il numero 1 sulla carena della sua Ducati, più che aumentare la pressione, gli ha dato tranquillità. E col piglio di un pilota navigato a dispetto della sua ancora giovane età, ha condotto in porto la sua moto.
E' un duello serrato, dove Bagnaia non riesce a scrollarsi del tutto lo spagnolo che in Thailandia piazza un’altra doppietta e continua a far sentire il suo fiato sul collo. Si arriva al Qatar, ancora una volta è Martin a brillare di più nella sprint e diventano appena 7 i punti che separano i due. Lo spagnolo sente quasi profumo di sorpasso ma la gomma lo tradisce nella gara domenicale dove a Pecco basta e avanza un secondo posto che vale un nuovo allungo a +21. Il resto è già storia: nella sprint di Valencia Martin si avvicina ma non basta. La classe regina, per il secondo anno di fila, parla italiano.
Martin merita l’onore delle armi, ci ha provato fino all’ultimo - con tanto di caduta dopo pochi giri a Valencia - ma la gara di Doha, prima ancora della resa dei conti in Spagna, ha fatto pendere definitivamente la bilancia verso Bagnaia. Che contrariamente al 2022 è partito alla grande, con la doppietta in Portogallo, poi qualche alto e basso (successo nella sprint di Austin e ritiro alla domenica) prima di una costanza di risultati che lo ha proiettato in testa al Mondiale da Jerez in poi, resistendo al pressing di Marco Bezzecchi. I weekend del Mugello e di Spielberg sono i punti più alti raggiunti dal binomio Bagnaia-Ducati, che alla sosta estiva si presentano con un tranquillo +62 su Martin, emerso intanto come rivale più accreditato per il titolo.
E che alla ripresa del campionato tira fuori le unghia: doppietta a Misano e Motegi, in mezzo l’India dove vince la sprint race e si piazza secondo alla domenica, approfittando al meglio del ritiro di Pecco. Che intanto è costretto a stringere i denti dopo l’incidente di Barcellona che rischiava di compromettere la sua carriera. Il gap in classifica si va assottigliando, fino al sorpasso nel sabato in Indonesia: Martin scalza Bagnaia ma il giorno dopo il campione del mondo vince la gara lunga e, complice lo 0 del rivale, si riprende la testa
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