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Il senso della vita nel gesto di Moellhausen: gareggia con un tumore, si sente male ma va fino in fondo alla sua Olimpiade

Voleva esserci a queste Olimpiadi che sono quasi di casa. A tutti i costi, sfidando il dolore per un tumore che nelle ultime settimane l’aveva costretta a ricoveri in ospedale e dosi massicce di morfina. La storia di Nathalie Moellhausen, spadista 38enne salita in pedana ieri al Grand Palais e accasciatasi durante l’assalto con la canadese Ruien Xiao, ha commosso il mondo: già perché alla 38enne nata a Milano da padre italo-tedesco (figlio di un console) e madre italo-brasiliana, la stilista Valeria Ferlini, che vive a Parigi allenata dal maestro Daniel Levavasseur e che da alcuni ha scelto di gareggiare per il Brasile, abbandonando la nazionale azzurra, ha scoperto di avere un tumore, di natura benigna, al coccige. Una forma di neoplasia che le causa dolore intenso, e anche sulla pedana olimpica, la campionessa si è sentita male, è stata subito curata dallo staff medico ma ha voluto riprendere la gara.
Voleva farlo, pur sapendo che domani aveva già programmato l'intervento: e infatti al termine è stata subito portata nello stesso ospedale da cui era stata dimessa appena una settimana fa. L’atleta, che ha vinto un oro mondiale con l’Italia e uno storico con il Brasile, vive nella Ville Lumiere: artista poliedrica, ballerina e sceneggiatrice, si è ritrovata a fare i conti con questo scherzo del destino nella marcia di avvicinamento alle Olimpiadi. «A causa di un serio problema di salute - hanno detto dal suo staff - è stata ricoverata d’urgenza in ospedale ed è uscita solo una settimana fa. La sfida per recuperare in tempo per la competizione olimpica è stata enorme; è salita in pedana come lei aveva sognato e senza aspettative».
In pedana l’italo-brasiliana si è sentita male ed ha avuto bisogno di cure mediche: al termine della sfida Moellhausen è apparsa scossa e si è limitata a dire «non sono in condizione» e che parlerà solo dopo l’intervento programmato per domani. I medici ma anche il comitato olimpico brasiliano sono in ansia per le condizioni di salute dell’atleta, perché temono che i dolori accusati nella bassa schiena possano colpire anche altre parti del corpo. Ma Nathalie ha sfidato la sofferenza, la paura, salendo in pedana onorando il vero spirito olimpico: a lei bastava esserci.

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