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La 4x100 azzurra è quarta, deludente Tortu che piange: "Sto male per i compagni"

Nella sera in cui gli Stati Uniti si presentano alla 4x100 senza Lyles per Covid e sbagliando i cambi che gli costano la squalifica, l’Italia non riesce a sfruttare la chance né per confermarsi campione olimpico né per salire sul podio. Gli azzurri finiscono quarti, ancora una volta, con il tempo di 37"68, dietro al Canada, primo con 37"50 (stesso tempo di Jacobs&co a Tokyo), Sud Africa e Gran Bretagna. Rispetto alle qualifiche l’Italia si migliora (corse in 38"07), ma questo non basta ai quattro frazionisti costretti ad abdicare dopo gli allori giapponesi. Il rammarico è tanto perché Merluzzo è il terzo migliore nel tempo di reazione, poi Jacobs corre in 8"96 (secondo più veloce), Patta (preferito a Desalu) pennella la curva in 9"12 con il primo tempo di frazione e Tortu chiude in 9"20. Proprio il velocista torinese uscendo sull'ultimo rettilineo aveva dato l’impressione di poter emulare l'accelerazione di Tokyo, salvo poi chiudere con la settima frazione, facendosi recuperare da Sud Africa e Gran Bretagna per la beffa finale e il tempo di 37"68 che tre anni fa sarebbe valso il bronzo visto che il Canada chiuse terzo in 37"70.

«Ce l'abbiamo messa tutta, volevamo confermarci e penso fosse alla portata - ha detto Tortu -. In questi anni abbiamo vissuto insieme, lottato e sacrificato tanto per sognare e provare a prendere questa medaglia. C'è tanta amarezza». Poi sulla sua ultima frazione non trattiene le lacrime: «Non è mai un compito facile, così come non lo è correre in prima, seconda o terza. Poi ci sono prove individuali che possono spiccare o meno e la mia è stata più sottotono rispetto a quella dei miei compagni. Questo mi fa star male per loro, ma io ce l’ho messa tutta». Dunque sogno sfumato per gli staffettisti, mentre continua a sognare Gianmarco Tamberi, domani in finale nel salto in alto. "Sarà la gara della mia vita", ha scritto sui social in campione olimpico in carica alla vigilia. «Ci siamo - ha aggiunto -. Tutto per un giorno...Tutto per questo momento....Ho il fuoco dentro e non vedo l’ora domani di esplodere». Gimbo prova a caricarsi così dopo settimane d’avvicinamento complicate prima per una lesione miofasciale dalla quale aveva recuperato, salvo poi fermarsi la scorsa settimana per un calcolo renale. Un problema che lo ha costretto a rimandare di un giorno il suo arrivo a Parigi, ma non gli ha impedito comunque di qualificarsi con la misura di 2.24. Per l’oro olimpico, però, servirà molto di più del Gimbo visto mercoledì allo Stade de France.

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