Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Champions, la vigilia dell'Inter. Inzaghi: "Possiamo vincerla". E sul futuro: "Qui ho tutto ciò che voglio"

«Perchè stavolta possiamo vincerla? Per il percorso che abbiamo fatto, per quello che abbiamo speso, per come l’abbiamo voluta. Essere qui è un motivo di grande orgoglio, abbiamo la fortuna di lavorare in una splendida società con dei ragazzi che sono grandi uomini prima ancora di essere grandi calciatori. Mi hanno dato sempre tutto quello che avevano, abbiamo vinto e abbiamo perso ma c'è questo attaccamento che mi fa stare tranquillo». Così Simone Inzaghi, ai microfoni di Sky Sport, alla vigilia della finale di Champions contro il Psg all’Allianz Arena di Monaco di Baviera.
«Se il risultato della finale può influire sul mio futuro? Abbiamo tantissima voglia di giocare questa partita e l’unico nostro pensiero è quello. Sto bene in questa società, ho tutto quello che voglio per fare bene e togliermi grandi soddisfazioni». Infine, sulla formazione, chiude: «Vediamo oggi pomeriggio, chi sta meglio giocherà. Se Pavard mi dimostrerà di stare bene come ha fatto in questi giorni, giocherà perchè per noi è importantissimo».

Marotta: "Ringiovaniremo la rosa"

Tra presente e futuro, la finale di Champions League rappresenta un momento di grande emozione anche per chi è nel calcio da una vita come Beppe Marotta. È soprattutto grazie alla sua esperienza che l’Inter è diventata non soltanto una delle squadre più forti d’Europa, ma anche un modello cui ispirarsi nella gestione delle risorse, riuscendo a coniugare i risultati sportivi con quelli del bilancio. Il tutto passando attraverso un cambio di proprietà che avrebbe potuto creare dei problemi, ma che al contrario ha rappresentato uno slancio verso il futuro: "Innanzitutto la proprietà deve avere fiducia nel management - ha detto Marotta ai microfoni di 'The Athletic' -. Se si ha la loro fiducia, allora bisogna avere due caratteristiche: una è la competenza, l’altra è un’etica del lavoro e una cultura aziendale, un senso di appartenenza a qualcosa. Questi valori sono assolutamente essenziali. Non sono i soldi a vincere le cose, sono questi aspetti". E con la proprietà ha già ben chiari in mente quelli che saranno i prossimi movimenti: "Abbiamo concordato con Oaktree, che ci ha prima di tutto garantito stabilità e sicurezza finanziaria, di creare un modello diverso e di implementarlo nella prossima stagione. Gli investimenti saranno fatti su profili leggermente più giovani che rappresentano una vera risorsa, giocatori con potenziale che sono una risorsa per il presente e per il futuro".

"Da Istanbul in poi maggiore consapevolezza"

Il presente, però, è Monaco di Baviera, l’appuntamento per provare a conquistare quella coppa sfuggita due anni fa: "A partire da Istanbul - ha spiegato Marotta -, è iniziato un processo in cui i giocatori hanno preso consapevolezza del loro valore e questo a sua volta li ha resi abbastanza maturi da giocare sui palcoscenici più grandi, come una seconda finale. Tutti nello sport conoscono questa sensazione. Bisogna convivere con le gioie e le amarezze. Per citare Nelson Mandela: 'Non perdo mai. O vinco o imparò. Quindi ci sono lezioni da imparare, modi per migliorare e modi per essere ancora più preparati per la prossima sfida che ci attende".

"Ridurre la Serie A a 18 squadre sarebbe un passo avanti"

La sua squadra è arrivata all’ultimo atto gravata da una stagione piena di impegni, altro motivo di riflessione per il futuro: "È importante che ci uniamo per ridurre leggermente il calendario calcistico. Giocare 60 partite all’anno è difficile. A mio avviso, il primo passo in Serie A dovrebbe essere quello di ridurre il numero di squadre da 20 a 18, come hanno fatto la Bundesliga e la Ligue 1. Ridurre la Serie A a 18 squadre e allineare meglio i calendari internazionali con la Fifa e le federazioni sarebbe un passo avanti".

L'ultima battuta è per Simone Inzaghi, con cui si vedrà dopo la finale per discuterne il futuro: "È un allenatore bravo, trova le giuste motivazioni e non crea tensioni eccessive. La squadra gioca con uno stile di calcio moderno, cercando di segnare più gol piuttosto che limitarsi a difendersi: questo è un tipo di calcio che la gente apprezza e trova divertente".

Oggi in edicola

Prima pagina

Ancora nessun commento

Commenta la notizia