Era il 2019 quando la Nazionale Italiana di Calcio Femminile arrivò ai quarti di finale dei Mondiali di Francia. E poiché l’anno precedente l’Italia degli uomini non si era neppure qualificata ai mondiali di Russia, il successo scatenò entusiasmo fra gli amanti del pallone, che scoprirono una tecnica per nulla inferiore a quella messa in campo da più noti e titolati protagonisti maschili. Un’occasione che ha acceso i riflettori sul calcio praticato dalle donne e ha spinto Timvision, unico broadcaster a trasmettere in diretta il campionato di serie A, e Freeda, la media company che racconta di donne, a produrre “Uniche”, docu-serie in 6 puntate che porta la firma di un’autrice messinese, Alessia Rotondo. Creativa di talento con una solida formazione professionale bilingue, maturata con la frequentazione della School of Theater, Film and Television della Ucla a Los Angeles e in varie esperienze all’estero, Alessia si muove nel campo della sceneggiatura di documentari, commercial e comunicazione digitale. Fra i suoi lavori anche “Made in Italy”, il docu scritto con Emanuele Milasi che racconta la genesi dell’album di Luciano Ligabue. Alessia, che con i coautori Fabrizio Luisi e Chiara Pagliaccia ha seguito per tutta l’Italia le squadre di Serie A, come è nato il progetto. «L’interesse nato con i mondiali di Francia non si è arrestato, ma soprattutto c’è stato un punto di svolta nell’attenzione alla pratica di questo sport al femminile: nell’ultimo anno c’è stato un boom di tesseramenti fra le calciatrici più giovani e molte società della serie A maschile hanno acquistato club femminili. Così a marzo scorso, in pieno lockdown, con Fabrizio e Chiara abbiamo steso il concept della serie, sviluppando pre-interviste con le giocatrici per meglio focalizzare gli obiettivi e in estate abbiamo girato il materiale che poi è stato montato tessendo le varie esperienze delle giocatrici con i temi della docu-serie. Un lavoro faticoso, ma entusiasmante, perché la qualità delle storie ha superato le nostre aspettative». Il racconto di Uniche si dipana seguendo il punto di vista delle protagoniste: «La disponibilità e la fiducia delle calciatrici – continua Alessia – nel raccontarci le loro vite e aspettative è stata totale e ci ha permesso di far conoscere una diversa prospettiva dello sport nazionale per eccellenza ma che sconta i pregiudizi di genere. Il calcio femminile, infatti, solo nel 2022 entrerà nel professionismo e, come ci ha detto una delle giocatrici, per tanto tempo, si è andati avanti solo a pane e passione. Ma soprattutto, ciò che emerge è che tutte le ragazze, in campo avversarie, è come se facessero parte d’un gruppo unito e consapevole che l’affermazione passa anche dal riconoscimento dei propri diritti».