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"Le indagini di Lolita Lobosco": arriva la vicequestora, ma non chiamatela Montalbano!

La serie, la prima tra le italiane ad essere girata totalmente durante il lockdown, è un ibrido tra giallo all'italiana e commedi rosa. Luisa Ranieri interpreta la protagonista, una donna che torna nel suo Sud. Nel cast l'attore messinese Ninni Bruschetta

Luisa Ranieri. La protagonista di "Le indagini di Lolita Lobosco"

Dopo Mina Settembre, un’altra eroina letteraria nella prima serata domenicale di Rai1, che continua sulla detection declinata al femminie, con la nuova serie “Le indagini di Lolita Lobosco”, dai romanzi di Gabriella Genisi (editi da Sonzogno e Marisilio), prodotta da Angelo Barbagallo e Luca Zingaretti per Bibi Film Tv e Zocotoco in collaborazione con Rai Fiction.

Quattro puntate di Luca Miniero – in onda dal 21 febbraio – per mostrare ancora una volta un Sud diverso, non di maniera e molto contemporaneo, in cui i vari personaggi si muovono lungo traiettorie non solite, restituendo allo spettatore immagini nuove, ove la protagonista emerge in tutta la sua femminile modernità. Lo ha affermato il regista della serie che ha presentato il progetto in videoconferenza assieme al folto cast della fiction e a Luisa Ranieri, attrice protagonista, nei panni del vicequestore del commissariato di polizia di Bari Lobosco.

«Lolita è soprattutto una donna moderna, del Sud di oggi, e racconta una femminilità che non ha bisogno di omologarsi all’uomo per essere autorevole – ha detto Luisa Ranieri – . Riesce a comandare la sua squadra di uomini non rinunciando al tacco 12, mostrandosi ironica ed empatica allo stesso tempo. Torna nella sua città natale dopo un lungo periodo di lavoro nel Nord e deve necessariamente fare i conti col suo passato, riuscendo tuttavia a non venirne condizionata».

Il vicequestore è infatti la single di un trio al femminile. Nel ruolo della madre, Nunzia, l’attrice barese Lunetta Savino, l’unica del cast a non aver dovuto cimentarsi nell’apprendimento del dialetto pugliese, che tuttavia non è mai stato enfatizzato – hanno sottolineato tanto la Ranieri quanto il regista – per evitare che un uso “stretto” potesse influire sulla comprensibilità di alcune sfumature dei personaggi, fondamentali per dare una narrazione diversa sia del Sud che del femminile contemporaneo.

«Il mio personaggio sembra appartenere ad un Sud arcaico – ha detto la Savino – in quanto vedova di un uomo profondamente amato con cui ancora parla. In realtà, è una donna che si è rimboccata le maniche, da sola ha cresciuto le figlie e continua a governare una famiglia allargata dopo la separazione della figlia minore (Carmela, interpretata dalla catanese Giulia Fiume). Orgogliosa della sua Lolita, è una signora attenta al mondo che cambia, con un gran senso degli affari».

Ibrido tra giallo all’italiana e commedia rosa, si è ipotizzato che la fiction, prodotta anche da Luca Zingaretti, fosse stata progettata per colmare il “vuoto” dopo la conclusione della serie del Commissario Montalbano. Ma la scrittrice Gabriella Genisi, presente in conferenza stampa, è intervenuta: «I miei romanzi nascono dopo aver letto i libri di Camilleri e guardando Zingaretti interpretare il Commissario; e questo può essere letto come un segno del destino. In realtà il personaggio di Lolita, così incisivo, mette in evidenza un vuoto: le donne protagoniste nei romanzi polizieschi al massimo arrivano al grado di ispettrici. Ho così creato Lolita non per emulare Montalbano, quanto per bilanciare la presenza maschile».

La scrittrice ha raccontato che lo stesso Camilleri, incontrato a Parigi nel corso di un convegno, si era mostrato entusiasta nell’apprendere che lei metteva nei suoi romanzi sempre un pezzetto del Commissario, fino ad immaginare Lolita impegnata in un flirt con Montalbano, prima del suo ritorno a Bari.

Tra gli interpreti maschili anche Filippo Scicchitano (Danilo, giornalista innamorato di Lolita), la coppia Giovanni Ludeno-Jacopo Cullin (gli attendenti Forte ed Esposito) e l’attore messinese Ninni Bruschetta, nei panni del questore Jacovella. «Il mio personaggio è un superiore di Lolita ed ha con lei un rapporto ambivalente – racconta – . Vorrebbe aiutarla, ma talvolta si trova in difficoltà, per un antico legame che risale alla gioventù della protagonista. È un uomo apparentemente burbero, ma si fida della sua bravura e la sostiene nelle indagini. Ho girato tutte le scene da solo con Luisa, ed è stato piacevole ritrovarla dopo la nostra partecipazione a “Gli anni spezzati”».

È stata la prima fiction italiana girata interamente dopo il lockdown, nel rigoroso rispetto delle norme.

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